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Luca Mercalli e la Banda Osiris in “Non ci sono più le quattro stagioni”

Se credete che parlare di ecologia sia solo un dovere, e non un piacere, siate pronti a ricredervi. Il climatologo Luca Mercalli e la Banda Osiris, con la produzione di Aboca, hanno messo in scena un vero e proprio show sui cambiamenti climatici e il riscaldamento globale, che unisce comicità, scienza e arte, in un cocktail spassoso e intelligente, “Non ci sono più le quattro stagioni”.

Si parte dall’arte figurativa della Piccola Età Glaciale, dal 16esimo al 19esimo secolo, da quadri che raffigurano scene di vita quotidiana nelle varie stagioni, per ricostruire la storia dei cambiamenti climatici in Europa e in Italia. Gli interventi di storico-scientifici di Mercalli sono intervallati dal cabaret surreale dei quattro musicisti piemontesi, che con collegamenti iperbolici e strampalati arrivano persino a far ballare il “Lago dei cigni” ai loro strumenti, ai quali fanno indossare il tutù.

I paesaggi rappresentati nelle opere mostrate al pubblico, appartengono irrimediabilmente al passato, come la raffigurazione di vicoli di Roma completamente ricoperti di neve (non impossibile, ma raro) e alla luce di questo, il climatologo si domanda come sarà il mondo di domani, se la promessa di contenere il riscaldamento globale entro i due gradi, sancita con l’Accordo di Parigi, non dovesse essere rispettata dai paesi firmatari. “Se già oggi basta entrare in un supermercato per vivere sempre la stessa stagione, uguale su tutta la Terra, con gli stessi ortaggi e la stessa temperatura a ogni latitudine e in ogni periodo dell’anno, come saranno le stagioni future?”, si chiede Mercalli. Un sodalizio artistico felice, quello fra lo studioso e la band cult, che ha registrato il tutto esaurito. Dopo Siena, Pordenone, Genova, Firenze e la due giorni di Roma, il 12 e il 13 dicembre, lo spettacolo continuerà la tourneè in tutta Italia fino a marzo 2017.

La lezione-spettacolo sul clima è in continuità con il nuovo libro di Luca Mercalli “Il mio orto tra cielo e terra. Appunti di meteorologia ed ecologia agraria per salvare clima e cavoli”, edito da Aboca Edizioni, il cui obiettivo è “spiegare in termini concreti cosa vuol dire oggi confrontarsi con una nuova agricoltura”, spiega il climatologo, che non solo assecondi la natura, ma contribuisca concretamente alla tutela dell’ambiente, aiutando i lettori “a diventare più consapevoli sui legami che esistono tra la nostra capacità di scegliere cibo di qualità e il contribuire realisticamente alla salvaguardia del Pianeta”

L’orto, per quanto piccolo, secondo Mercalli rappresenta un vero e proprio ecosistema: “è un microcosmo che riproduce la complessità della natura e del nostro rapporto con essa: ci insegna che possiamo prelevare per noi una certa quota di risorse dall’ambiente, ma anche che se oltrepassiamo i limiti imposti dai processi naturali creiamo danni irreversibili. Ecco perché condurre oggi un orto con le tecniche dell’agroecologia, rispettando la biodiversità, evitando i trattamenti chimici e ottimizzando l’uso dell’acqua, è un buon modo per dare il proprio contributo alla sostenibilità ambientale”.



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