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I grillini processano Grillo per Casa Pound

E’ bufera. Nel Movimento 5 Stelle si respira aria di tensione e a finire sotto processo stavolta è la conversazione, davanti alle telecamere, del leader Beppe Grillo con il candidato di Casa Pound per la presidenza della Regione Lazio.

Il comico genovese, rispondendo a una domanda sulla sua natura antifascista e l’eventuale collaborazione con Casa Pound, ha detto: “E’ un problema che non mi compete. Questo movimento è ecumenico, se un ragazzo di Casa Pound vuole entrare nel Movimento 5 Stelle e ha i requisiti per entrarci, ci entra. Voi avete più o meno idee condivisibili, questa è democrazia. Se uno di voi ha dei requisiti per entrare nel Movimento 5 Stelle, non ci sono problemi oggettivi per dire di no”.

L’apertura, rimbalzata subito sui media, ha indotto Grillo ad intervenire e correggere il tiro. Sul suo blog infatti è apparso un articolo, “Le balle quotidiane”, una rubrica che – ha spiegato Grillo – raccoglierà fino alle elezioni tutte le balle contro il M5S. “Chi scrive dell’alleanza con i fascisti è in totale malafede, un leccaculo del Sistema – ha commentato -. Io non ho aperto a nessun partito e non sono fascista né simpatizzante del fascismo. Ma chi credete di prendere per il culo? Invece ho detto e ribadisco che il M5S non è un movimento ideologico, ma vuole ottenere la democrazia diretta E’ un movimento al quale chiunque non sia iscritto a un partito e accetti il suo programma, può iscriversi. E’ ecumenico”.

La precisazione però non è bastata agli iscritti, che in grande maggioranza hanno manifestato sul sito la loro delusione e, in alcuni casi, annunciano di aver cambiato idea sul movimento. “Caro Beppe, basta guardare i sondaggi, dopo il tuo dialogo con Casapound. Hai sempre fatto di tutto per tenere alla larga i vari “Totò u curtu”, hai detto che si andava da soli, hai chiuso la porta in faccia a Di Pietro ed Ingroia e che fai? La apri ai fascisti? Basta dire pubblicamente che nel M5S non c’è spazio per i fascisti”, ha osservato Giuseppe.

“Non è difficile e lo so che dovrebbe essere scontato, ma dopo il tuo bel dialoghetto non lo sembra più. Nel dubbio che un solo fascista si possa annidare nel M5S ed entrare in Parlamento, sto a casa. Mi dispiace”. Dello stesso avviso Sabrina Del Grosso che non nasconde il suo stupore. “Perché non hai detto chiaramente che sei antifascista, e che anche il M5S è antifascista? Anticipo l’eventuale risposta: non vale dire che il M5S non segue un’ideologia perché l’antifascismo non lo è”.

Anche Samanta Di Donato ammette di essere “profondamente delusa e amareggiata. Ci avevo creduto. Nonostante le tante critiche che venivano da più parti, nonostante le mie stesse perplessità su alcune uscite discutibili di Grillo, avevo voluto crederci. Ero contenta di aver ripreso a sperare nella possibilità di un cambiamento nella politica italiana. Ero contenta di vedere tante persone oneste pronte a impegnarsi in prima persona per questo Paese.Ma questa storia di Casa Pound proprio no, non posso (né voglio) mandarla giù. E non mi venite a dire che si tratta di ideologia: si tratta di rispetto della democrazia, dei diritti delle persone, di rispetto per la Storia oltre che per la nostra povera Costituzione”.

Roberto poi sottolinea il grave ritardo della precisazione di Grillo. “Hai aspettato anche tu due giorni per poi smentire. Hai per caso visto i sondaggi che ti davano contro? (Mi ricordi qualcuno)”. La colpa non è dei media che raccontano balle sul movimento, avverte Vezio. “Non sono i giornalisti, caro Beppe,sei stato tu, a dire al capo branco Casapound, che potrebbe essere un candidato del Movimento 5 Stelle, sei stato tu a dire che l’antifascismo non ti appartiene (cosa vuol dire?) sei stato tu a dire che non avresti problemi con i Casapound in parlamento. Caro Beppe, sei stato incauto e inopportuno ,non che deleterio per il movimento ,a volte credo che tu lo faccia a bella posta”. Gabriele, come tanti altri taglia corto. “L’antifascismo deve essere un requisito! Vergognatevi. Uno che avrebbe votato il movimento fino a qualche mese fa”.

Così dopo la corsa per le firme, il simbolo copiato e la minaccia di non partecipare alle elezioni, e il calo nei sondaggi, arriva anche l’ondata di malcontento su Casa Pound.



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