Cacchio: Per la prima volta nella storia i giovani sotto i 35 anni saranno più poveri dei loro padri, dei loro nonni, pure dei coetanei di 25 anni fa. Oggi i cosiddetti millenials stanno subendo un vero e proprio “ko economico”.
Lo rileva il Censis nel suo Rapporto sulla situazione sociale del paese per il 2016: Rispetto alla media della popolazione, oggi le famiglie dei giovani con meno di 35 anni hanno un reddito più basso del 15,1% e una ricchezza inferiore del 41,1%.
Ta ta tà: La forte domanda di flessibilità e l’abbattimento dei costi generati da decontribuzione e Jobs act, insieme al boom dei voucher, stanno alimentando l’area delle professioni non qualificate e del mercato dei “lavoretti”.
Il divario tra i giovani e il resto degli italiani si è ampliato nel corso del tempo, perché venticinque anni fa i redditi dei giovani erano superiori alla media della popolazione del 5,9% (mentre oggi sono inferiori del 15,1%) e la ricchezza era inferiore alla media solo del 18,5% (mentre oggi lo è del 41,1%).
Si dirà: Che t’apetti da ‘sti bamboccioni tutti ciccia e ossa?
Ennò cocchi in mezzo, tra quella ciccia e quelle ossa, sta il più potente concentrato di risorse come mai prima dentro il consorzio umano.
Mettete insieme: il vigore dell’età, il capitale umano generato dall’istruzione, quello sociale* di cui dispongono con le tecnologie di connessione, una spiccata propensione al consumo; shakerate ben bene, otterrete un potenziale produttivo inestimabile.
Inestimabile?
Macchè, qualcuno lo ha stimato, qualcun altro elargito, quei novemilacento euro l’anno, appunto, che mortificano.
Mortificano con i “lavoretti” quel capitale umano; con la disoccupazione, che li sconnette, quello sociale; con il portafoglio insufficiente la spesa; nulla facendo cominciano ad imbolsire, vanificando pure la risorsa del vigore.
Bella nò? Mortificano loro, la produttività totale dei fattori, poi la crescita economica per tutti.
Pure quella degli elargitori!
*capitale sociale: «la somma delle risorse, materiali o meno, che ciascun individuo o gruppo sociale ottiene grazie alla partecipazione a una rete di relazioni interpersonali basate su principi di reciprocità e mutuo riconoscimento». Gary Becker
Mauro Artibani
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