Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro.
Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.
Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com. Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro.
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“L’arte ispira la tecnologia e la tecnologia sfida l’arte”‘. Questa frase di J. Lasseter ispira nella quotidianità Antonio Scuderi. Fondatore e CEO di Capitale Cultura Group (www.capitalecultura.com), gruppo con presenza in Italia e Svizzera, specializzato nel business development per istituzioni culturali e nell’accelerazione d’imprese culturali e creative. È nato a Catania nel 1967, sposato, due figli, è un imprenditore, manager e giornalista professionista. Ha lavorato al Gruppo 24 Ore, prima come Amministratore Delegato di 24 Ore Cultura (produzione di mostre, editoria di pregio) e Alinari 24 Ore (valorizzazione di archivi fotografici) e poi col ruolo di Direttore Sinergie e Mercati Internazionali. In precedenza, aveva lavorato per 10 anni in De Agostini Editore, come Direttore Generale Contenuti e Coordinamento Editoriale. È stato direttore e coordinatore di siti web e testate nazionali e locali. (Sapere.it, Repubblica.it, Il Nuovo.it, Mediasetonline.com, La Notte, Sei Milano TV). È laureato in Scienze Politiche, ha frequentato la scuola di giornalismo Carlo De Martino di Milano e ha conseguito un Executive International MBA. Parla e lavora correntemente in italiano, inglese, francese e spagnolo. È’ anche Ceo di ARtGlass, azienda del Gruppo, leader nella creazione di soluzioni di realtà aumentata su dispositivi indossabili per i beni culturali e presidente di Capitale Cultura International, con sede a Lugano.
D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Un innovatore è chi vede un’opportunità e la persegue, dove la maggior parte delle persone vedono un problema e voltano le spalle, tornando nella propria comfort zone quotidiana”.
D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Una delle grandi innovazioni, nelle quali il nostro Gruppo è attivo e pioniere, con ARtGlass (www.art-glass.it), è la realtà aumentata. Questa potrà migliorare in maniera importante il nostro modo di lavorare e vivere, consentendoci di far parlare gli oggetti e d’imparare in maniera molto più efficiente e rapida. Noi l’applichiamo ai Beni Culturali e riceviamo dal pubblico un consenso medio del 98%. Sono certo che il risultato possa essere simile in molti altri settori.
D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Motivare le risorse e il team verso un obiettivo comune e SMART. Rappresentare la dimensione etica di un’azienda, di un progetto e non allontanarsi mai dai valori di base nei quali l’organizzazione si riconosce. Trasferire le proprie conoscenze e competenze senza gelosia di sorta e imparare senza mai impigrirsi.
D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. Dal punto di vista professionale, il Presidente della De Agostini, Pietro Boroli, che mi ha insegnato la passione per la professione del manager e per quella dell’editore. E l’importanza del fair play, sempre e comunque.
D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. La più grande paura è il conservatorismo intellettuale. La più grande speranza sono i giovani, perché quando sono bravi sono davvero fenomenali.
D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Lo sviluppo di un Gruppo davvero capace di portare nel mondo della cultura la cassetta degli attrezzi dello sviluppo e dell’innovazione d’impresa.
D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Mi emoziona vedere le persone che crescono professionalmente all’interno di un team. Mi fa arrabbiare la mancanza di fair play nel business, cosa nella quale noi italiani non siamo ai primi posti al mondo,