La guerra del Mali si complica in Algeria. Ad Amenas i sequestratori di 41 stranieri, lavoratori del settore energetico di diverse nazionalità, chiedono la “fine dell’aggressione” del Paese africano, secondo quanto scrivono le Monde e Liberation.
Dopo la morte di due ostaggi, algerino e britannico, stamani la BBC afferma che truppe di Algeri hanno circondato l’impianto dell’industria del gas.
In un editoriale Liberation somma la concessione dello spazio aereo ai caccia francesi con le vicende del sequesto di ieri per valutare gli effetti di quello che secondo il quotidiano rappresenta l’entrata di fatto in guerra dell’Algeria.
Anche le Monde in un pezzo scritto prima degli avvenimenti di Amenas parla di imbarazzo dell’opinione pubblica del Paese nordafricano. A differenza delle sue élite che in un modo o nell’altro erano preparate all’uso della forza nelle zone del Paese confinati col Mali.
Anche la stampa dell’altro Stato che ieri ha registrato la sua prima vittima nel conflitto ritiene che la crisi degli ostaggi contribuirà all’escalation regionale della guerra.
Simile la tesi del Financial Times. Per il giornale della City è reale il rischio di un conflitto che si incaglia in una guerra di lunga durata.
Il New York Times si occupa degli ostaggi americani in mano al gruppo Al-Mouthalimin. Anche la testata Usa ritiene però che le ultime novità algerine siano il sintomo della nuova complessità del conflitto.
Compessità che spinge la Frankfurter Allgemeine Zeitung a ribadire una linea che il giornale renano segue dall’inizio del conflitto.
L’avanzata islamista-terrorista nel Mali rappresenta una minaccia anche per l’Europa, sottolinea la Faz. Una constatazione cui il quotidiano conservatore tedesco fa seguire una richiesta di maggiore impegno da parte di Berlino.