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Tutti i dettagli della contesa fra Intesa Sanpaolo e Mediobanca (e fra Axa e Allianz) sulle Generali

Di Maria Benvenuto e Fernando Pineda
Philippe Donnet

Da sempre tradizionale snodo di interessi e poteri, le Assicurazioni Generali capitanate da Philippe Donnet (nella foto) tornano al centro della scena economica e finanziaria. La sensazione secondo alcuni addetti ai lavori è che il controllo del gruppo assicurativo, da anni ormai partecipato con la quota di maggioranza da Mediobanca e presidiato da un nucleo di azionisti italiani, possa passare di mano prossimamente. E la nuova casacca potrebbe essere francese, via Mediobanca, oppure tedesca, via Intesa Sanpaolo. Si vedrà, anche perché per alcuni analisti un’operazione straordinaria è “poco verosimile”. Nel frattempo in Borsa il titolo del Leone di Trieste corre e oggi i volumi di scambio sono raddoppiati rispetto alla media.

L’IPOTESI ALLIANZ-INTESA

Secondo quanto scritto sulla Stampa del 22 gennaio da Francesco Spini, il dossier delle Generali, che nei mesi scorsi si diceva fosse finita nel mirino della francese Axa, “sarebbe allo studio anche della principale banca del Paese, Intesa Sanpaolo, che starebbe valutando un’operazione su Trieste, a cui guarda pure la tedesca Allianz”. E ancora: “C’è chi immagina un diretto intervento di Allianz, che avrebbe al fianco Intesa quale garante dell’italianità dell’operazione”. Un secondo scenario, prospettato sempre dalla Stampa, ipotizza “un ruolo maggiore di Intesa Sanpaolo nella partita, con Allianz interessata solo ad alcuni pezzi di Trieste”.

LE MANOVRE DI MEDIOBANCA E DEI FRANCESI

Se così fosse, si riaprirebbe la contrapposizione di poteri storica tra la banca di Ca’ de Sass guidata da Carlo Messina e la Mediobanca capitanata da Alberto Nagel. Una contrapposizione, peraltro, già alimentata dalla battaglia dei mesi scorsi su Rcs, persa da Mediobanca e vinta appunto da Urbano Cairo, sostenuto da Intesa. Il gruppo di Piazzetta Cuccia, dal canto suo, non se ne sta certo con le mani in mano. Scrive Il Fatto Quotidiano del 22 gennaio: “Non c’è pace al vertice delle Assicurazioni Generali. A un anno dalla traumatica uscita dell’amministratore delegato Mario Greco, l’azionista di controllo, cioè Mediobanca che comanda sul Leone di Trieste con un esiguo ma sufficiente 13 per cento delle azioni, ha deciso di silurare il direttore generale Alberto Minali”.

L’OMBRA LUNGA DI AXA

Sempre secondo il Fatto, quest’ultimo “avrebbe tentato di contrastare una strategia tendente a condurre Generali sotto l’ombrello della francese Axa, la società da cui Donnet proviene e con la quale vanta solidi legami Vincent Bollorè, secondo azionista di Mediobanca dopo Unicredit (e da poco acerrimo nemico della famiglia Berlusconi, a cui sta cercando di soffiare Mediaset, ndr). Al vertice di Unicredit – aggiunge Il Fatto – c’è però un altro francese, Jean Pierre Mustier, legato a Donnet da fraterna amicizia”. Su Affari & Finanza del 23 gennaio si getta acqua sul fuoco: “Non ci sono guerre in corso tra il numero uno e il numero due del gruppo (cioè tra Donnet e Minali, ndr), e il passaggio che si prospetta con l’uscita di Minali sembra essere più l’assestamento finale dopo il passaggio di consegne tra Greco e Donnet”.

GLI ATTUALI AZIONISTI

In attesa che il quadro si chiarisca meglio, è da valutare quale sarà la posizione dei soci italiani delle Generali. A cominciare da Francesco Gaetano Caltagirone, da poco salito sopra il 3,5% del Leone, che fino a non molto tempo fa sembrava sostenere Minali e individuare in lui una sorta di garante dell’italianità del gruppo. Tra i grandi azionisti italiani del gruppo triestino, c’è anche la Delfin di Leonardo Del Vecchio, con il 3,16%, che proprio in questi giorni ha annunciato che scambierà le proprie azioni Luxottica, pari al 62%, con quelle della francese Essilor (di cui comunque avrà in mano circa il 30 per cento).

I REPORT

Come detto, il titolo del Leone in Borsa corre e gli scambi sono raddoppiati, ma per gli analisti lo scenario di un’operazione straordinaria di Intesa Sanpaolo sul Leone è “poco verosimile”. E’ questo il commento degli analisti di Equita secondo i quali il piano di un’aggregazione, a cui si affiancherebbe anche Allianz come partner industriale, è “difficilmente attuabile senza considerare i vincoli antitrust”. Per Banca Akros lo ritiene “improbabile, considerando l’elevato rischio di integrazione tra le due aziende” ed è “scettica su una possibile acquisizione da parte di Allianz, principalmente per motivi politici e di antitrust”.



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