Due giganti a confronto: l’11 febbraio sarà inaugurata a Sansepolcro, negli spazi espositivi del Museo Civico, la mostra “Nel segno di Roberto Longhi. Piero della Francesca e Caravaggio” (curata da Maria Cristina Bandera, direttore scientifico della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, e promossa dal Comune di Sansepolcro e organizzata da Civita Mostre) aprendo una ricca stagione espositiva che proseguirà nel prossimo mese di giugno con l’esposizione intitolata “Luca Pacioli. Tra Piero della Francesca e Leonardo”.
Da febbraio a novembre la visita del museo sarà dunque l’occasione per ammirare importanti opere dei grandi maestri dell’arte italiana in dialogo con i capolavori di Piero della Francesca. Con il rientro a Sansepolcro della “Madonna della Misericordia”, dopo il successo dell’evento milanese a Palazzo Marino, il Museo Civico torna a essere al centro dell’offerta culturale. La mostra, visibile fino al 4 giugno, presenterà un inedito accostamento tra Caravaggio e Piero della Francesca, che a prima vista potrebbe sembrare azzardato. Eppure, le motivazioni emergono se si guardano i due artisti, tra loro così lontani e diversi, nel segno di Roberto Longhi. Entrambi, infatti, furono studiati e ‘riscoperti’ dallo storico dell’arte già a partire dai suoi anni formativi.
Longhi (1890-1970) è una delle personalità più affascinanti della storia dell’arte del XX secolo e fondamentali sono stati i suoi studi sul Caravaggio, su Piero della Francesca e sugli artisti operosi in quella che chiama, con un titolo parlante, Officina Ferrarese.
Del Caravaggio Longhi fu “scopritore” moderno, lucido studioso e collezionista, tanto da acquisire per la propria “raccolta” intorno al 1928 il “Ragazzo morso da un ramarro”. La tela, dipinta verso il 1595, è certamente uno dei più significativi capolavori giovanili di Caravaggio, che con i suoi splendidi dettagli di natura morta e straordinari effetti luministici coglie, quasi come in un’istantanea fotografica, il momento un cui il giovane si ritrae improvvisamente per il morso di un ramarro.
Su Piero della Francesca, Longhi scrisse nel 1927 una monografia tuttora imprescindibile, anticipata dal lucidissimo saggio del 1914, “Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura veneziana”, fondamentale per l’innovativa lettura del pittore di Borgo Santo Sepolcro, visto dallo storico dell’arte non solo nella sua “ascendenza” fiorentina, ma anche, e soprattutto, nella sua “discendenza” veneziana, quello di Antonello da Messina e di Giovanni Bellini. A ideale apertura della mostra il meraviglioso “Polittico della Misericordia”, protagonista della recente mostra natalizia di Palazzo Marino a Milano e riportato di recente nel suo assetto originario all’interno del Museo Civico di Sansepolcro.
La tavola di Ercole de’ Roberti “Ritratto di giovane”, che reca nel verso un “Ritratto di giovane donna” viene esposta in mostra a testimonianza della “discendenza, per quanto evoluta e ormai incrociata di veneto”, del profilo “nitido” del giovane dai profili di Piero, come ebbe a riconoscere Longhi nel volume Officina ferrarese del 1934.
Accanto al Caravaggio, alla tavola di de’ Roberti, e al polittico di Piero, saranno esposti documenti provenienti dall’archivio, dalla biblioteca e dalla fototeca della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi.