Giudicare come si conciano le signore che si dedicano alla politica è un errore mortale per un uomo. Sessista, antifemminista, macho, sono gli epiteti scontati. A volte meritati, non sempre. Meglio non insistere. Mi meraviglia che invece la caccia sia aperta alla povera Frau Angela. Le dicono di tutto, anche le donne, anzi sono loro le più cattive.
A me, invece, pare che la signora Merkel si sia creata un suo stile, al di là dell’eleganza sancita dai maghi della moda. In altre parole, se ne infischia, e per questo viene apprezzata dalle elettrici che la sentono sincera. Che poi lei lo sappia e ci marci è un altro discorso.
Stiamo al sicuro, e parliamo di uomini, come fa Die Welt che si chiede come mai i politici tedeschi siano oggi, come ieri, non proprio dei campioni di eleganza. Adenauer in vacanza a Cadenabbia giocava a bocce in giacca e cravatta. Helmut Kohl si faceva riprendere in sandali e calzini bianchi e corti. Berlusconi in giacca blu e cravatta della napoletana Marinella rappresentava l’immagine di come l’italiano vorrebbe essere. Il teutonico, ma meridionale Kohl, si vestiva come i suoi elettori, che si sentivano rassicurati anche dalla sua mole che era al di là delle diete. Non è una regola fissa. Gerhard Schröder, per snellirsi, indossava abiti di Brioni, da 4 mila euro. Ma chi votava socialdemocratico lo capiva. Orfano di guerra, la madre donna di servizio ad ore, Gerhard era riuscito a laurearsi e a farsi strada. Per i tedeschi il lusso non è un peccato se te lo sei guadagnato.
Non so perché, ma sono i politici di sinistra a essere sovrappeso (parliamo sempre solo di uomini). Frank-Walter Steinmeier, ministro degli esteri e futuro presidente della Repubblica, al ricevimento al corpo diplomatico di fine anno, nota il quotidiano, sfoggiava una giacca scura di almeno due taglie sopra la sua, una extra extra large. “Sembrava che l’avesse presa in prestito dal compagno di partito Sigmar Gabriel“, nota malignamente Die Welt. Gabriel, che ha rinunciato a sfidare la Merkel per la Cancelleria a settembre, si è di recente sottoposto a un’operazione per ridurre lo stomaco e perdere rapidamente peso.
Il look dovrebbe far guadagnare voti? Non in Germania, per qualsiasi partito scendi in campo, continua l’articolo, per carità non ti vestire troppo bene, avrai dei problemi. Gerhard era un’eccezione da non imitare. Comunque, a sinistra si perdona più che a destra. Christian Lindner, leader dell’Fdp, il partito liberale, che dovrebbe riuscire a rientrare al Bundestag, potrebbe permettersi un Brioni o un Armani, ma ostentatamente indossa abiti comprati al grande magazzino. Anche il ministro alla Giustizia, Heiko Maas, considerato il più elegante nella squadra del governo, compra abiti confezionati, ma made in France.
Joschka Fischer, trent’anni fa, ai suoi inizi, comparve in parlamento con scarpe da tennis, perfino vecchiotte, che oggi sono conservate al Museo della storia tedesca a Bonn. Ma quando divenne vicecancelliere e ministro degli esteri si faceva confezionare gli abiti da un sarto siciliano. Un populista all’italiana come Salvini può sfoggiare felpe, i populisti dell’AfD, l’Alternative für Deutschland, cercano voti tra i bravi piccoli borghesi, e non dimenticano mai la cravatta. Martin Schulz, che guiderà i socialdemocratici contro Frau Angela in una battaglia disperata, negli anni trascorsi a Bruxelles è riuscito a non perdere la sua eleganza teutonica. Massiccio, rassicurante, e sempre vestito di scuro. Le sue cravatte non piacerebbero a Marinella, ma è un punto a suo favore.
(Articolo pubblicato su Italia Oggi, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)