Egiziano, 29 anni, residente negli Emirati Arabi Uniti, arrivato in Francia con un visto turistico di un mese. È questo l’identikit dell’uomo che venerdì mattina, armato di machete, ha riportato il panico nel cuore di Parigi al grido di «Allah Akbar».
L’IDENTIKIT DEL TERRORISTA
Secondo quanto riportano Le Figaro e Paris Match, l’esame dei dati e dei contenuti dell’iPhone 7, ritrovato nella giacca abbondonata dal terrorista sui gradini del Louvre, e il raffronto con la foto della carta di soggiorno avrebbe permesso di rivelarne l’identità: Reda Abdullah Al- Hamamy, nato in Dakahlia, una provincia a nord del Cairo.
IL VIAGGIO DA DUBAI, IL VISTO TURISTICO, LA PERMANENZA A PARIGI
Il sospetto terrorista era arrivato all’aeroporto di Roissy-Charles-de-Gaulle da Dubai lo scorso 26 gennaio, con un visto turistico valido per lo spazio Schengen dal 20 gennaio al 20 febbraio. Il presunto aggressore aveva un volo di ritorno per Dubai il 5 febbraio. Il suo ingresso sul suolo francese è avvenuto senza particolari intoppi poiché l’uomo non era, di fatto, noto ai servizi segreti. Durante la sua permanenza a Parigi ha alloggiato in Rue Ponthieu nell’ VIII arrondissement, pagando un affitto di 1.700 euro e ha anche noleggiato un’automobile.
LA PERQUISIZIONE DELL’ABITAZIONE NELL’VIII ARRONDISSEMENT
Secondo quanto riporta L’Express l’abitazione temporanea del 29enne egiziano è stata perquisita venerdì pomeriggio dagli agenti della sezione anti-terrorismo (SAT) e dalla Brigata di ricerca e intervento (BRI) di Parigi. Durante l’operazione, sono stati trovati «una somma pari a 965 euro, due custodie per machete, la fattura di acquisto di due machete, un iPad, diverse carte prepagate, un caricabatteria portatile per cellulare e il visto per l’Arabia Saudita e la Turchia».
LE ARMI UTILIZZATE
Grazie ai numeri di serie sui machete la polizia ha scoperto che l’uomo li ha acquistati in un negozio dell’XI arrondissement, vicino a Place de la Bastille; le armi sono costate 680 euro e sono state pagate in contanti.
L’ANALISI SUI SOCIAL NETWORK DEL SOSPETTO TERRORISTA
L’Express spiega che, da quanto appreso dai profili social dell’attentatore, l’uomo vive a Sharjah, in Egitto. E sembra mostrare una passione per il calcio: tra le pagine seguite ci sarebbero quelle di Bayern Monaco, AS Roma, Zamalek, Chelsea, Arsenal, Dortmund, Liverpool. Ma anche pagine dedicate al bodybuilding.
Su un account Twitter aperto a nome di Abdallah E-H, almeno dieci tweet in arabo sono stati condivisi pochi minuti prima dell’attacco. Uno alle 9:31 in cui scriveva: «In nome di Allah (…) per i nostri fratelli in Siria e combattenti di tutto il mondo». Poi un minuto dopo, un altro tweet, in cui si fa diretto riferimento allo Stato islamico.
Stando a quanto riporta il quotidiano Le Parisien nell’ultimo post pubblicato su Twitter il sospetto assalitore del Louvre aveva scritto che «non c’è pace nella guerra» né tanto meno «è possibile un negoziato». L’ultimo tweet è stato pubblicato in arabo alle 9.34 di venerdì, cioè 15 minuti prima dell’attacco, e da allora non è più stata registrata alcuna attività sul suo account. «Non c’è negoziato possibile, né compromesso, e certamente non c’è ritorno possibile. Non c’è pace nella guerra», aveva scritto l’uomo. Dall’analisi della sua attività social si desume che il giorno della partenza aveva annunciato su Twitter che si recava a Parigi e su Facebook seguiva gruppi dedicati ad armi da guerra e machete.
LA DINAMICA DEL FALLITO ATTENTATO
Il procuratore generale di Parigi, François Molins, ha spiegato alla stampa francese che l’aggressore, che aveva con sé «uno zaino, una camicia nera con un teschio ed era armato di due machete con una lama da 40 centimetri» – riporta l’Obs – si è avvicinato a quattro militari di pattuglia dell’operazione “Sentinelle” al Caroussel du Louvre, il centro commerciale sotterraneo che si trova tra il museo e rue de Rivoli, gridando «Allahu akbar». Dopo aver ferito due agenti è stato neutralizzato con almeno 5 colpi di pistola che hanno raggiunto l’addome, una coscia e un braccio. Secondo Molins il sospetto terrorista era un individuo «molto determinato».
INDAGINI IN CORSO E MATRICE DELL’ATTENTATO
Le Monde spiega che le indagini per capire se l’aggressore abbia attaccato i militari di sua iniziativa personale o se l’abbia fatto seguendo un ordine di qualcun altro sono ancora in corso. Molins ha però detto che l’aggressione è stata «un’azione terroristica», come aveva peraltro già dichiarato subito dopo il tentativo di attentato il primo ministro Bernard Cazeneuve. Per Le Figaro si tratta di un’azione che, «seppur a basso costo» è simbolica per diversi aspetti.
LE CONDIZIONI DELL’ATTENTATORE E LA POSSIBILITÀ CHE COLLABORI CON GLI INQUIRENTI
Nel frattempo le condizioni dell’uomo, ricoverato per le ferite da arma da fuoco, sarebbero «migliorate» e non sarebbe più «in prognosi riservata». Lo riporta RTL INFO interpellando una fonte vicina alle indagini. A causa delle gravi ferite all’intestino, il sospetto terrorista è intubato e al momento non è in grado di comunicare, ma – secondo quanto riferisce la fonte al sito francese «la situazione può cambiare» nelle prossime ore.
Quello che si chiede la stampa francese in queste ultimissime ore è, appunto, se l’uomo collaborerà con gli inquirenti.