“Il cammino verso un sistema fiscale meno ostile alla crescita e di semplice attuazione è ancora lungo. E accidentato”. Parola di Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza che ieri è intervenuto all’incontro “L’evoluzione del sistema fiscale tra tentativi di attrattività e difficoltà di attuazione”, tenutosi all’Auditorium Gio Ponti di Assolombarda a Milano. Seppur “il 2017 presenti novità fiscali che le imprese apprezzano – ha specificato Rocca – il percorso verso un sistema fiscale attrattivo e semplice è ancora travagliato”.
I NUMERI
A non aiutare è il quadro complessivo dettato dalla finanza pubblica che a oggi presenta margini di intervento pari a zero se non si tocca la spesa. Eh sì, perché proprio la spesa corrente, oggi, nel 2017, al netto degli interessi continua a crescere. L’andamento della crescita è senza dubbio minore rispetto al passato, e oggi si attesta intorno ai 692 miliardi di euro rispetto ai 629 del 2008. In tutto questo, la spesa per investimenti aumenta da due anni ma rimane ancora inferiore al livello del 2008 del 4,5%.
IL GIUDIZIO DI ROCCA
“È positivo che il Governo abbia disinnescato le clausole di salvaguardia per il 2017, ma nel 2018 ci aspettano aumenti automatici delle aliquote Iva per ben 19,5 miliardi”, ha spiegato Rocca secondo cui, “oggi la dimensione del carico fiscale resta una zavorra che non possiamo dimenticare”. Nel 2017 si stima una pressione fiscale ufficiale al 42,3% del Pil e una effettiva del 47,8%. Il totale delle tax rate sulle imprese italiane, invece, è fissato al 62% rispetto, per esempio, al 48,9% della Germania. “In questo 2017 – ha detto ancora il presidente di Assolombarda – va riconosciuto al Governo di aver puntato su significativi sgravi alle imprese: la riduzione dell’aliquota Ires dal 27,5% al 24%, la proroga del superammortamento, l’introduzione dell’iperammortamento per gli investimenti collegati a Industry 4.0 e la rimodulazione del credito d’imposta per la ricerca e sviluppo”.
“A fianco di queste novità positive – ha continuato Rocca – vi sono però stati anche ritardi, e veri e propri passi indietro”.
LE ATTESE DELLE AZIENDE
Tra questi basti pensare che, per esempio, non sono ancora state emanate le norme fiscali collegate alle novità in tema di bilanci delle società e per questo motivo oltre un milione di esse restano ancora in attesa di capire come calcolare con precisione le imposte per chiudere i bilanci 2016. A settembre 2015 è poi stato introdotto l’istituto facoltativo della branch exemption: ma da allora manca ancora la norma attuativa. E ancora. Dal gennaio 2015 è entrato in vigore il nuovo Patent Box, ma i primi accordi sono stati sottoscritti solo poche settimane fa. E come dimenticare che a fine 2015 erano oltre 1200 le richieste di Patent Box inoltrate in Lombardia? Possiamo contare entro il 2017 che diverse centinaia di esse si perfezionino? Oggi non esistono risposte e l’incertezza fiscale di fronte a novità annunciate impedisce alle imprese decisioni efficaci.
I PASSI IN AVANTI DELLE ENTRATE
Tra i grandi passi indietro secondo Assolombarda ci sono senza dubbio i nuovi adempimenti Iva che comporteranno un aggravio dei costi per le imprese e un ulteriore appesantimento della compliance. “È una misura finalizzata a contrastare l’evasione”, ha ricordato Rocca “ma dobbiamo qui ricordare che su 56 misure di lotta all’evasione varate negli anni 2008-2014, solo in 1 caso si è verificato il gettito effettivo rispetto al gettito atteso, in 28 si è avuto solo un aggiornamento delle stime originarie e in 27 neppure quello”.
LE PAROLE DI ORLANDI
E se a sottolineare come “purtroppo alta pressione fiscale si accompagna spesso una profonda evasione fiscale”, è stata Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia dell’Entrate che ha annunciato come “si stia lavorando attivamente per rendere più semplice l’adempimento”, da parte delle imprese si è schierata Assolombarda. “Da parte delle imprese non c’è diffidenza verso l’amministrazione tributaria”, ha specificato Rocca offrendo “la piena cooperazione all’Agenzia delle Entrate nazionale e regionale, affinché insieme si possa contribuire a rendere la fiscalità più semplice e di supporto alla crescita”.
Perché in un Paese dove ancora il 47% delle pendenze complessive davanti alla Corte di Cassazione è di natura tributaria, solo con l’impegno di tutti potremo migliorare il rapporto tra imprese e fisco.