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Le 51 città italiane fuorilegge per la qualità dell’aria

L’Italia soffre per la cattiva qualità dell’aria con relativi rischi per la salute della popolazione. Nella morsa dello smog si trova soprattutto la pianura padana, ritenuta vera e propria zona ‘rossa’, e buona parte del nord. Metà Paese ha superato per il 2012 i limiti annuali consentiti dalla legge per l’inquinamento atmosferico. L’allarme viene lanciato da Legambiente ed è contenuto nel nuovo rapporto ‘Mal’aria’ 2013 che, nello specifico, mette in fila tutte le 51 città che sforano la soglia stabilita per le polveri sottili.

Tutti i principali centri urbani del nostro Paese sono risultati ‘fuorilegge’ per le Pm10 (superando la soglia dei 35 giorni all’anno di 50 microgrammi per metro cubo di valore giornaliero). Sul podio della classifica, ‘Pm10 ti tengo d’occhio’, troviamo Alessandria (123 giorni di sforamento), Frosinone (120) e Cremona (118). Tra le prime 10 città anche Torino, al quarto posto con 118 giorni di sforamenti, e Milano con 106 giorni di superamento. Ma non è solo il nord a soffrire di cattiva qualità dell’aria: al ventesimo posto si piazza Napoli (85 giorni) a seguire Cagliari (64), Pescara (62), Ancona (61), Roma (57) e Palermo (55).

La cappa di inquinamento più pesante si trova sulla testa degli abitanti della pianura padana: una vera e propria “zona critica con 18 città tra le prime 20” per livelli di Pm10. Senza contare che i rischi per “la salute e la sicurezza” a causa dello smog riguardano tutta Italia. Su questo, il Codacons ricorda la possibilità di chiedere “un risarcimento danni di 2.000 euro, anche in assenza di danni alla salute” (su codacons.it). Inoltre, l’associazione di consumatori chiede anche “ai sindaci di tutta Italia di vietare il fumo di sigaretta sul proprio territorio quando vengono superati i limiti di Pm10 nell’aria”.

Secondo il rapporto di Legambiente oltre al Pm10 c’è anche una frazione più piccola e pericolosa di polveri sottili, il Pm2,5 (il cui valore obiettivo è stato fissato al 2015 a 25 microgrammi per metro cubo come limite medio all’anno): 21 le città oltre il limite, quasi tutte nell’area della pianura padana, a parte l’area urbana di Roma e quella di Frosinone; sul podio Torino, Padova e Milano. Ai primi posti per ossidi di azoto si trovano Firenze, Torino, Milano e Roma; per l’ozono le prime città sono Mantova e Lecco; mentre per la rumorosità, i decibel più alti si hanno a Roma, Milano, Genova e Napoli. Principali fonti di emissioni di polveri – spiega il report – sono “i processi industriali e di produzione di energia e in città il traffico e i riscaldamenti”.

Legambiente chiede “interventi immediati per città più vivibili, moderne e sicure”. Per Rossella Muroni, direttrice di Legambiente – che ricorda la sentenza della Corte di giustizia Ue sull’inquinamento dell’aria – non bastano più “misure parziali” ma serve un intervento che riguardi “siti produttivi e centrali, politiche di efficienza e rinnovabili e una nuova mobilità pubblica”. Tra le proposte di Legambiente per esempio trovano spazio lo ‘spostamento’ dei 400 milioni di euro all’anno dall’autotrasporto ai treni, la riduzione della velocità a 30 chilometri orari nelle città, e la creazione di aree ‘libere’ dalle auto vicino alle scuole.


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