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Nelle cucine di Rosendale, lo chef Usa che ambisce al Bocuse d’Or

E’ inverno al lussurioso Greenbrier Resort, nel ristorante e nelle cucine regna calma piatta. Ma sotto i coperchi, qualcosa bolle in pentola. Richard Rosendale, executive chef, si prepara per la più grande competizione internazionale di alta cucina: il Bocuse d’Or. Insieme al commis Core Siegel rappresenterà gli Stati Uniti nella patria della nouvelle cusine: se dovesse vincere sarebbe il primo americano ad aggiudicarsi l’ambito premio. Nei giorni che precedono la partenza il lavoro è intenso:

“Io e Cory non parliamo molto. Non alziamo mai lo sguardo dai piatti. E’ come essere in una zona di guerra, come se stessi facendo una partita a calcio. E questo è quello che serve”.

Rosendale non lascia nulla al caso: questa cucina è l’esatta replica di quella che userà in Francia, fino all’ultima spatola.

“Abbiamo già mandato in Francia un duplicasto per ogni utensile che abbiamo qui. Anche per questo mestolo ce n’è già uno identico in Francia. Li abbiamo già spediti”.

C’è anche una war room, una sala operativa con un orologio che segna il countdown, le foto dei passati vincitori e un rigoroso cronoprogramma. Del resto Rosendale non è nuovo alle competizioni, con le sue 45 medagli appese al collo. Ma il Bocuse, che prende il nome da uno dei maestri della cucina francese, il trampolino di lancio per un giovane chef verso una carriera da star

“Questa è la gara che ti può cambiare la vita, noi lo sappiamo e la rispettiamo. Ma ora sappiamo che dobbiamo concentrarci sul cibo”.

Il menù con cui sfiderà gli avversari è ovviamente segreto, ma lui ci rivela un dettaglio: il cibo deve avere il gusto di quello di casa.

“Adoro il sapore della bistecca alla griglia. E quando la mangio mi viene sempre in mente il 4 luglio. Ma come puoi avere una bistecca grigliata senza grill o come elevare questo piatto a un livello molto alto?”.

La risposta può darla solo uno chef che ambisce al Bocuse d’Or.



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