Quello di Pomigliano d’Arco è uno stabilimento strategico per la produzione di auto del gruppo Fca.
Dal “G.B. Vico”, così è stato battezzato, nel 2016 sono uscite 207mila Panda (circa 2.017 vetture in più rispetto all’anno precedente) e il sito in questione ha ricevuto il prezioso riconoscimento dello standard gold nei criteri di applicazione del World Class Manufacturing.
Dal Salone dell’auto in corso a Ginevra l’ad di Fca, Sergio Marchionne, ha annunciato che lo stabilimento di Pomigliano ha la capacità di fare altre auto e che la produzione della Panda sarà spostata altrove tra il 2019 ed il 2020.
La notizia, però, non è un’assoluta novità, dato che, nell’incontro tenuto a Torino a metà marzo del 2016 tra sindacati metalmeccanici e il “management” del gruppo automobilistico, era già emerso che il sito campano in questione potesse essere inserito nel piano di sviluppo del “brand”Alfa Romeo. Ma non si può nemmeno escludere, non avendo informazioni precise al riguardo, che il futuro industriale del “G.B.Vico” possa divenire misto con un doppio prodotto caratterizzato da due modelli diversi.
Insomma, supposizioni logiche che dovranno trovare riscontro in un quadro di certezze.
In questo senso, però, siamo fiduciosi che quanto prima l’ad e il presidente di Fca, Sergio Marchionne e John Elkann, ci presentino un’ipotesi di investimento che possa assorbire completamente la manodopera di Pomigliano. La crescita dei volumi della Panda, infatti, non ha garantito finora la saturazione produttiva del polo campano dove lavorano 4.500 addetti. Qui vengono applicati i contratti di solidarietà da oltre tre anni. L’ultimo accordo scade il 31 marzo prossimo e proprio oggi è in programma un incontro tra azienda e sindacati firmatari del contratto di gruppo per rinnovare l’intesa.
Inoltre, è bene ricordare che dal punto di vista produttivo, i canali tra lo stabilimento di Pomigliano d’Arco e quello di Cassino, dove si produce l’Alfa Romeo Giulia, sono destinati a rafforzarsi nei prossimi mesi, grazie all’accordo sindacale che ha previsto per la salita produttiva l’assunzione di 1.200 addetti e il trasferimento temporaneo di altri 500 operai dalle linee di Pomigliano a quelle di Cassino.
Per il futuro di Pomigliano “stiamo in campana”, ma rimaniamo anche sereni, nel senso più autentico del termine: questa è la verità.
Non possiamo dimenticare che a giugno nel 2010 proprio qui si stipulò un’intesa tra il sindacato riformista e il gruppo dell’automotive, condivisa dai lavoratori, che mise in sicurezza la prospettiva produttiva dell’ultima grande impresa privata nel nostro Paese.
I lavoratori, approvando quell’accordo, hanno rilanciato il settore auto e reso possibile la realizzazione di una delle scelte più importanti a favore del Mezzogiorno. Grazie a quella svolta, si sono realizzati cospicui investimenti. Nessun’altra impresa ha investito come Fca nel Sud, tra Melfi, Pomigliano e Cassino: ben tre miliardi di euro. E, nonostante la crisi, si è difesa e salvaguardata l’occupazione.