“Benvenuta sinistra”. Lo slogan che Nichi Vendola ha scelto per questa campagna elettorale parla chiaro. A creare confusione sono le polemiche intorno all’idea di sinistra che divide Nichi Vendola da Antonio Ingroia che con la sua Rivoluzione Civile potrebbe togliere voti alla coalizione guidata da Pierluigi Bersani. Ieri i due leader si sono punzecchiati su Twitter: “Caro Nichi Vendola, che sinistra è quella che governerà con Monti?”, ha chiesto Ingroia. “Caro Antonio Ingroia – ha replicato il governatore pugliese – noi vogliamo un Governo di centrosinistra in cui non ci sia il senatore Monti. Tu sei con noi o contro di noi?”. A sua volta Ingroia ha risposto dicendo di essere “perfettamente d’accordo” con Vendola, “ma con chi lo facciamo se Bersani vuole stare con Monti?”.
Su questo e altri aspetti riguardanti la narrazione vendoliana in queste elezioni abbiamo parlato con Gennaro Migliore, responsabile Esteri del Coordinamento nazionale di Sel e capolista alla Camera per Campania 1.
Migliore, qual è il ruolo di Sel nella coalizione di centro-sinistra?
Senza Sel non ci sarebbe stata “Italia bene comune” (il nome della coalizione di centro-sinistra, ndr). È stato un percorso condiviso e iniziato insieme da luglio che ha portato prima alle primarie per la scelta del candidato premier con la vittoria di Pierluigi Bersani, poi alle primarie per i candidati al Parlamento. Abbiamo contribuito a definire l’alleanza, a realizzare la carta d’intenti che è impegnativa e sarà la base per l’agenda di governo. Le grandi sfide che ci attendono sono come far uscire l’Italia dalla crisi economica e l’ampliamento della platea dei diritti, dalla libertà civile al lavoro.
Ma la vera sinistra è quella di Vendola o quella di Ingroia? Come giudica le ultime polemiche tra di loro?
Non ci sono da parte nostra né polemiche né contrapposizioni nei confronti di Ingroia. Sel e Rivoluzione civile svolgono due funzioni diverse. La lista capitanata dall’ex pm si candida a fare una battaglia di opposizione e spero che abbia un buon risultato. Noi siamo dentro un progetto di governo.
Ma il buon risultato di Ingroia non rischia di mettere i bastoni fra le ruota al vostro progetto di governo e favorire Berlusconi, come ha scritto l’Unità?
Penso di no, i voti che dobbiamo meritare arrivano dalle nostre azioni, da un buona campagna elettorale e da quello che abbiamo costruito fino a qui. Non invochiamo untori ma dobbiamo spiegare cosa rappresenta il rischio di avere ancora Berlusconi al governo dopo vent’anni. Per questo penso che la logica del “voto utile” e della desistenza da parte di Ingroia non serva, arriva fuori tempo massimo.
I sondaggi dicono che al Senato rischiate molto e che all’orizzonte si potrebbe profilare un governo Bersani-Monti…
I sondaggi di oggi dimostrano che avremo la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Facciamo politica per vincere.
Però Vendola ha detto che anche se un governo con Monti è fantascientifico un dialogo è possibile.
È un punto che si circoscrive alla necessità di un confronto con tutte le forze che non si riconoscono nel populismo sulle riforme istituzionali e sulle forme di governo.
Nient’altro?
Nient’altro.
A propositi di populismo, non le sembra che molti nuovi politici siano caratterizzati da questo tratto e dall’antipolitica, come hanno scritto Ernesto Galli Della Loggia e Piero Ostellino sul Corriere della Sera?
In parte è così e questo certo non riguarda noi. Il nostro progetto è il contrario del populismo. Mettiamo al primo posto questioni che altri metterebbero all’ultimo come la cittadinanza ai figli degli immigrati e la depenalizzazione di certi reati.
In quale casella vedrebbe bene Vendola nell’ipotetico governo Bersani?
Lo vedo al governo ma in nessuna casella. Le proposte in tal senso le fa il presidente del Consiglio e noi le rispetteremo.