Skip to main content

Perché difendo Monti. Parla Michele Salvati

Mario Monti è da qualche giorno oggetto di critiche concentriche. Ieri il commento di Wolfgang Munchau sul Financial Times in cui veniva definito non adatto a governare l’Italia, poi quello di Piero Ostellino sul Corriere della Sera in cui veniva tracciato, pur con le dovute cautele, un parallelismo tra il Professore e Benito Mussolini, alcuni giorni fa l’editoriale di Ernesto Galli Della Loggia che accusava Monti di populismo.

Un po’ troppo per il professore di economia politica, Michele Salvati che lo difende. “A Monti dò un ottimo voto, il problema è la situazione in cui ci troviamo” spiega l’editorialista del Corriere della Sera a Formiche.net: “Non sono d’accordo con Munchau di FT, alcuni Paesi che hanno la sovranità monetaria come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna non si rendono conto che qui invece non si può fare ciò che si vuole come da loro. È vero, ci sono state politiche di forte tassazione fiscale ma in pieno accordo con l’Ue. Ed è falso che ad aver salvato l’Italia sia stato solo Mario Draghi ma un gioco di sponda dei due ‘Mari’, il presidente della Bce e il premier italiano”.

Passando in rassegna la varie accuse, a Salvati è piaciuta poco anche l’opinione su Monti di Ostellino: “ Mi pare ridicolo che sia Ostellino a dare lezioni di liberalismo a Monti. Viviamo in un Paese, e questo Ostellino dovrebbe saperlo, in cui un insieme di retaggi della tradizione liberale non sono stati acquisiti. Per esempio la corruzione che in Italia ha livelli così alti: è normalissimo insistere perché venga repressa. Cambiare la testa agli italiani è inutile, più che difficile, diceva proprio Mussolini”.

Sulla critica di populismo, il professore invece condivide il pensiero di Galli Della Loggia: “E’ vero, Monti un po’ populista lo è. Ma anche altri grandi leader politici nella storia lo sono stati. Pensiamo a Ronald Reagan negli Stati Uniti o a Charles De Gaulle in Francia. È difficile confinare il populismo cattivo. Esso diventa pericoloso quando si sviluppa il mito dell’uomo che salva, quando si riduce la complessità della situazione reale”.



×

Iscriviti alla newsletter