Facile invocare la concertazione. Difficile poi è mettersi d’accordo anche tra imprese. E’ quello che stanno sperimentando le aziende: le associazioni di categoria infatti stanno sottoponendo proposte e richieste alle forze politiche per la campagna elettorale.
A dividere ad esempio Confindustria e Rete Imprese Italia (confederazione che riunisce le aziende del terziario e in particolare del commercio e dell’artigianato) è l’aumento dell’Iva. Aumento accettato, anzi invocato dagli industriali presieduti da Giorgio Squinzi, come si legge nel documento programmatico che Confindustria ha illustrato ieri.
Rete Imprese Italia ritiene sì “importante che le associazioni di impresa incalzino la politica con le loro proposte in un momento cruciale per la vita del Paese, ma stupisce – rimarca – che la Confindustria abbia indicato come priorita’ per finanziare le sue proposte l’aumento dell’Iva”.
‘Stupisce perché – prosegue l’organizzazione delle Pmi del commercio, artigianato e servizi – nel documento congiunto dei mesi scorsi siglato con Rete Imprese Italia su questa misura del Governo prevista per luglio, tutte le organizzazioni d’impresa avevano espresso una posizione comune e contraria, compresa Confindustria, motivata dal fatto che una domanda per consumi e investimenti desolatamente ferma da anni non poteva essere ulteriormente penalizzata. E’ quindi evidente – conclude – che Rete Imprese Italia sottolinea la sua netta contrarietà a questa proposta”.