Si stanno concentrando negli Stati Uniti le ultime azioni di Mauro Moretti, che tra circa un mese lascerà la guida di Leonardo al successore designato Alessandro Profumo. L’amministratore delegato uscente aveva annunciato a inizio marzo di voler replicare anche negli Stati Uniti il modello One Company già applicato in Italia (Leonardo) e Gran Bretagna (Leonardo MW), creando Leonardo US, e secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza la riorganizzazione è appena partita. Nelle scorse settimane infatti, Alenia Aermacchi North America è diventata Leonardo US Aircraft, mentre Meccanica Holdings Usa (che controlla Drs Technologies) è stata trasformata in Leonardo US Holding, pur mantenendo il sistema di governance prevista dalla legge Usa. La gestione perciò continuerà a passare attraverso un Proxy Agreement, che prevede la nomina di 7 Proxy Holder (di nazionalità statunitense) che agiscono come direttori della società, esercitando anche il diritto di voto «nell’interesse degli azionisti e coerentemente con le esigenze di sicurezza nazionale degli Usa».
Considerato con Italia, Gran Bretagna e Polonia uno dei quattro mercati domestici di Leonardo, quello statunitense resta il più importante, grazie ai maggiori programmi per sistemi di nuova generazione (aerei multiruolo, sistemi senza pilota, sistemi integrati di comando, controllo e comunicazione, unità navali e nel civile le attività di cyber-warfare, queste ultime con investimenti previsti a 6,7 miliardi di dollari nel 2017. Durante la campagna elettorale, Trump aveva annunciato un aumento di 90mila soldati per lo US Army per un totale di 540mila, e di 100 aerei da combattimento, portando il totale a 1.200. La Marina dovrebbe salire a 350 navi, e il corpo dei Marine passare da 24 a 36 battaglioni, che dovranno essere equipaggiati. Previsto anche un potenziamento della capacità missilistiche soprattutto in ambito navale. Trump si è anche espresso in favore di un ammodernamento e potenziamento della triade nucleare basata su sottomarini lanciamissili balistici, missili basati a terra e bombardieri strategici. I relativi piani di rinnovamento sono peraltro già stati avviati durante gli otto anni della presidenza Obama.
La nuova amministrazione, si legge nell’ultima relazione finanziaria di Leonardo, «ha intenzione di instaurare un nuovo rapporto con l’industria, e gli Stati Uniti continueranno il processo di innovazione inaugurato dalla Defense innovation initiative allo scopo di mantenere il vantaggio tecnologico attraverso nuovi programmi di armamento mentre saranno rivisti, migliorati e resi più flessibili i processi di acquisizione del DoD (Department of Defence).
Sempre negli Usa sta per partire la colossal gara T-X da 16,3 miliardi di dollari per 350 velivoli da addestramento destinati alla Us Air Force, alla quale Leonardo partecipa con i suoi T-100 senza un partner di peso ma attraverso la controllata Drs. La competizione viene presa molto sul serio al punto che il gruppo in caso di aggiudicazione ha in cantiere di realizzare uno stabilimento a Tuskegee, in Alabama, per produrre i suoi T-100, con un investimento previsto in 250 milioni di dolalri. Il governatore dell’Alabama, Robert Bentley, ha preso molto sul serio la proposta di Leonardo , perché il nuovo sito industriale potrebbe creare circa 750 posti di lavoro. Ma l’investimento si realizzerà solo se Leonardo dovesse vincere la gara, alla quale si sono iscritti anche i competitor più temibili come Boeing e Lockheed Martin.
(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)