Questo Salone del Mobile per Emanuele Orsini è il primo da presidente di FederlegnoArredo. Infatti, qualche mese fa l’assemblea della Federazione Italiana delle industrie del legno, del sughero, del mobile e dell’arredamento ha voluto lo ha eletto succedendo a Roberto Snaidero.
Presidente Orsini, il Salone del Mobile è uno dei maggiori eventi per il settore Arredo, come sta andando?
«Molto bene, non abbiamo ancora i numeri finali ma le cifre per ora sono positive. Gli espositori sono contenti e il pubblico è d’interesse e di qualità: siamo riusciti a portare persone che possono creare business per le nostre aziende».
Nonostante lo sciopero di mercoledì?
«Beh sì, anche se ci ha tolto una fetta di persone che voleva venire il Salone del mobile, visto che buona parte dei nostri visitatori arriva dall’estero. Quindi qualche danno lo sciopero lo ha fatto sicuramente».
Perché il Salone del Mobile resta ancora così attuale in un mondo super social in cui per comunicare non serve organizzare eventi?
«Per fortuna nostro Signore ci ha dato un po’ di sensi: l’olfatto e il tatto, per esempio. Toccare i mobili con mano genera sensazioni che i social mai e poi mai riuscirebbero a dare. E poi solo di persona è possibile vedere le rifiniture, i particolari. Una foto o un video non rendono l’idea».
A novembre c’è stata la prima edizione del Salone del Mobile Milano-Shangai. Continuerete con questa iniziativa?
«Assolutamente sì e porteremo altre aziende perché i mercati devono essere aggrediti e non subiti. Andare all’interno di Paesi come la Cina ed esportare i propri prodotti è fondamentale».
Come stanno le imprese italiane del settore?
«Partiamo dai numeri: Federlegno vale 40.8 milioni di euro di fatturato all’anno, di cui 20 miliardi è solo Arredo: 10.8 per l’estero e 9.2 per quanto riguarda il prodotto interno. Il mercato interno è importante soprattutto perché l’80% delle nostre imprese sono medio piccole. A darci una grossa mano in tal senso ci ha pensato il bonus mobili».
A proposito, domani verrà il premier Paolo Gentiloni, cosa chiederete in termini di politica economica e fiscale, anche in vista della prossima manovra e del Def?
«Che il bonus mobili diventi strutturale perché è una manovra a costo zero per il Governo, riesce a salvaguardare circa 10 mila posti di lavoro e in 2 anni e mezzo ha generato 3 miliardi di fatturato quindi il 3.1% in più. Non possiamo pensare che la crisi degli anni precedenti possa essere scacciata via così, le nostre imprese hanno bisogno di essere sostenute. Questo sostegno fa bene a tutti perché genera gettito d’iva e bilanci positivi. La cosa più importante per noi è riuscire a mantenere i posti di lavoro e permettere alle aziende di continuare a produrre sul nostro territorio. Ci aspettiamo anche che venga ripristinato il bonus mobili giovani coppie, quegli sgravi fiscali possono essere utili per chi vuole comprare una casa o sposarsi».
All’inizio del suo mandato ha detto che vuole rafforzare il legame dell’associazione con i territori. In che senso?
«Vogliamo raccogliere idee e pareri: dobbiamo rimettere al centro l’associato. Abbiamo iniziato un percorso da Catania, il 3 maggio andiamo in Piemonte. L’idea è di ascoltare tutti per poi mettere appunto una proposta di politica industriale al Governo».
Il 2016 è stato un anno positivo per il settore arredo che è cresciuto del 1.3%. Cosa si aspetta per il 2017?
«L’auspicio è di poter arrivare a un 2-2.2%».
Esportiamo molto, anche verso gli Stati Uniti. Quali sono gli scenari ora con Trump?
«E’ importante capire cosa succederà con gli Stati Uniti che rappresentano circa il 10% del nostro mercato estero. Le esportazioni verso l’America sono infatti intorno ai 980 milioni e quindi speriamo nel fatto che l’Europa possa spendersi il più possibile per salvaguardare i nostri prodotti evitando dei dazi che certamente metterebbero in difficoltà le nostre imprese. Oltre a questo speriamo che la Russia possa ripartire perché un pezzo del mercato è ancora fermo, complice il mondo del mobile classico. Stiamo guardando con attenzione al Messico, all’Iran – con cui stiamo già facendo qualcosa d’importante – e al Sud Africa».
Da qualche mese ha preso il posto di Roberto Snaidero. Cosa cambierà per l’associazione?
«Ogni persona ha il suo modo di essere quindi porterò la mia idea: quella di un lavoro di squadra, orizzontale con persone che riescono a rappresentare al meglio le anime di FederlegnoArredo, così da essere più forti e specializzati rispetto al mercato».