Beppe Grillo? Un nuovo San Francesco d’Assisi. Da fare così paura a “Pd, Pdl, Sel, Udc, forse Ingroia” che daranno vita a un “governissimo, come è avvenuto per il sostegno a Monti” per cercare di fermarlo. Ecco il Movimento Cinque Stelle raccontato secondo il suo padre spirituale, Beppe Grillo e il suo alter ego, Gianroberto Casaleggio. A “intervistarli” e stimolare la discussione un fan di antica data del comico genovese, il premio Nobel per la letteratura Dario Fo. Tutto questo è “Il Grillo canta sempre al tramonto”, il libro edito da Chiarelettere che uscirà l’11 febbraio ma di cui il Fatto Quotidiano ha pubblicato alcune anticipazioni.
Dario Fo, dopo aver espresso simpatia per la Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia ( “Se voto Grillo? Non so, al momento Ingroia mi piace molto: ora mi sento più vicino a lui” aveva detto alla trasmissione su Radio 2 Un giorno da pecora) torna al suo antico amore grillino con queste pagine, in cui dice: “Voi siete in grado di dimostrare che si possono avere dei dirigenti politici che guadagnano meno della metà degli altri e che cambiare la politica è possibile, non è un sogno”.
Nel dialogo con i massimi rappresentanti grillini, oltre ovviamente a celebrare la novità del movimento, “Noi abbiamo scelto appositamente la data di San Francesco per la creazione del MoVimento. Politica senza soldi. Rispetto degli animali e dell’ambiente. Siamo i pazzi della democrazia, forse molti non ci capiscono proprio per questo e continuano a chiedersi chi c’è dietro” spiega Casaleggio, vengono affrontate anche le critiche a loro mosse.
Come la scarsa trasparenza alla parlamentarie: “Balle – risponde secco Casaleggio – è vero il contrario. I candidati erano persone nate sul territorio: chi ha votato, grosso modo, conosceva i candidati perché di frequente erano persone vicine al MoVimento, si erano incontrate… Quindi le liste elettorali sono state realmente votate dal basso”.
O come l’espulsione di Federica Salsi, colpevole di aver partecipato a Ballarò: “Se sei eletto consigliere comunale e vuoi parlare dei problemi di Bologna in tv lo puoi fare, ma dal momento in cui tu esprimi un parere di politica nazionale e internazionale, non lo puoi fare a nome del MoVimento. Come consigliere tu non hai questa facoltà”, chiarisce Grillo. E proprio sulle espulsioni, Casaleggio fa notare: “Beppe è stato dipinto come un dittatore, ma il Pd ha espulso decine di suoi rappresentanti nel più assoluto silenzio dei media”.
I tre discutono poi di tecnologia, lavoro, immigrati, euro, le tasse, una nuova spending review, le elezioni. A proposito di quest’ultimo tema, Casaleggio ha già in mente come potrebbe finire: “Se saremo ben rappresentati in Parlamento Pd, Pdl, Sel, Udc e forse Ingroia daranno vita a un governissimo per non cambiare nulla”.