(Sesta e ultima puntata dell’approfondimento dedicato a Medjugorje)
Di Medjugorje, in questo dossier, abbiamo raccontato quasi tutto. La storia delle apparizioni, la posizione attuale della Chiesa cattolica, esorcismi e miracoli, il costo dei pellegrinaggi. Vi abbiamo raccontato anche un pellegrinaggio in prima persona. Adesso chiudiamo il nostro racconto con la domanda finale: che cosa succederà domani? Piaccia o meno, Medjugorje continuerà ancora a far parlare di sé. E non ce ne libereremo facilmente.
Per l’ultima volta ricordiamo ai lettori che le apparizioni di Medjugorje non sono state ufficialmente riconosciute dalla Chiesa cattolica. I fedeli possono essere liberi di credervi oppure no, per cui intenderemo “i veggenti” o “la Madonna” con questa precisazione: per chi non ci crede saranno ovviamente “i presunti veggenti” o “la presunta Madonna”.
QUALE FUTURO PER MEDJUGORJE?
Ma allora, che cosa succederà domani a questo paesino della Bosnia Erzegovina che da quattro decenni rappresenta un motivo di dibattito per fedeli, prelati, religiosi o anche gente non necessariamente vicina alla Chiesa? Finirà tutto in una bolla di sapone, Roma chiuderà la vicenda una volta per tutte bocciando completamente le apparizioni? E che cosa ne sarà dei veggenti, delle loro visioni e dei messaggi?
È difficile fare previsioni al momento. L’abbiamo già spiegato: il fenomeno è ancora in corso e la Chiesa si pronuncerà solo alla fine di tutto questo. Lo farà secondo precisi criteri che sono stati codificati nel tempo, anche se già, come abbiamo scritto nella seconda puntata del nostro dossier, esiste un atteggiamento di tipo attendista che per adesso non verrà prudentemente superato com’è lecito ipotizzare. “Non vogliono fare lo stesso errore di Fatima, generando confusione”, disse una decina di anni fa un amico vaticanista di un giornale importante. Lo pensa ancora, se è per questo. E il fatto che Benedetto XVI abbia voluto una Commissione d’inchiesta guidata dal cardinale Camillo Ruini ne è la prova. Così come l’attenzione papale, sia pure non superando mai il limite del pronunciamento, si è mantenuta alta anche sotto papa Francesco. Che, come abbiamo visto, ha scelto in monsignor Henryk Hoser, arcivescovo di Varsavia-Praga, l’inviato speciale per dare un assetto pastorale al fenomeno Medjugorje. Una mossa che ha stupito tutti quanti, in passato, avevano visto nelle affermazioni del papa contro la “Madonna postina”, sempre pronta a recapitare messaggi ad orario prefissato, una chiara smentita della veridicità delle apparizioni. A dirla tutta il papa (che da cardinale autorizzò un incontro a Buenos Aires con un veggente di Medjugorje) potrebbe essersi riferito a un altro tipo di apparizioni, queste realmente false (permetteteci l’ossimoro) di Jacareì, paese brasiliano. Per dire: in questa vicenda ci sono due presunti veggenti che riceverebbero ogni giorno alle 18.30 messaggi dalla Vergine, San Giuseppe, lo Spirito Santo e adesso anche il Padreterno. Come se non bastasse, qui i segreti sono 13 e un messaggio che informa: Jacareì è la conclusione di Medjugorje, ma Medjugorje afferma di essere la conclusione di Fatima. Troppa grazia Sant’Antonio.
LUOGO DI PREGHIERA? MEDJUGORJE COME HEROLDSBACH O FONTANELLE
Hoser, nell’arrivare a Medjugorje, ha sottolineato l’attenzione di Francesco per questo luogo. E c’è da credere che l’attenzione non si fermerà qui. Il punto è che, al di là della veridicità o meno delle apparizioni, un culto mariano qui si è formato. C’è gente che dice di essere stata miracolata, referti medici alla mano. C’è gente che viene liberata dagli esorcismi, e gli esorcisti insegnano che il demonio prova un odio infinito verso la Madre di Dio. Ci sono tante conversioni, i confessionali pieni di gente che a volte ammette al confessore di essere lì dopo 50 anni. Insomma, è un posto in cui la fede si mostra, e va disciplinato e seguito. Per questo Roma è in campo e per questo dovrà valutare alcune opzioni.
Scenario 1: i veggenti accettano di essere silenziati
In questo scenario, ai veggenti verrebbe proibita la diffusione dei messaggi che ricevono dalla Gospa, dalla Madre di Dio. In questo modo verrebbero anche messi alla prova nella loro fedeltà e docilità alla voce della Chiesa. Una volta silenziati i veggenti, Roma potrebbe avere buon gioco a questo punto a istituire un luogo di preghiera.
Scenario 2: i veggenti si ribellano
In questo scenario, alla richiesta di tacere i veggenti finirebbero fuori gioco. E stavolta il giudizio sulle apparizioni potrebbe essere pesantemente negativo, fino alla smentita ed alla fine di tutto. Ma bisognerebbe fare i conti con i medjugoriti, rischiando grosso: una massa di 2,5 milioni di pellegrini, convinti della bontà delle apparizioni, da che parte deciderebbe di schierarsi?
Scenario 3: i veggenti muoiono senza che i segreti si siano avverati
In questo caso, molto avanti nel tempo però, avremmo la smentita delle apparizioni. Roma però avrebbe lo stesso buon gioco ad aver preventivamente approvato l’esistenza di un luogo di preghiera.
E tutto ben considerato, la soluzione del luogo di preghiera potrebbe essere quella più adeguata. È qualcosa di più di una semplice cappella, qualcosa meno di un santuario. Anzi: i santuari non necessariamente sono legati alle apparizioni, per cui si potrebbe erigere un santuario mariano a Medjugorje non legato alle apparizioni, e dare quindi sfogo alla fede di chi ci vuole andare. Meglio ancora un luogo di culto, che non è ufficialmente un santuario e quindi non permette confusioni. In questo modo il Vaticano salverebbe capra e cavoli, soprassedendo sul giudizio in merito alle apparizioni e garantendosi ampio spazio di manovra.
Ci sono i precedenti. Il primo è Heroldsbach, in Baviera. Qui tra il 1949 e il 1951 alcune veggenti hanno affermato di aver visto la Madonna e l’8 dicembre 1949 si sarebbe verificato il miracolo del sole come a Fatima nel 1917. Ma nel 1952, con un comunicato sull’Osservatore Romano, la Chiesa ha smentito tutto con la formula constat de non supernaturalitate. Ma nel 1998 è stato inaugurato il luogo di preghiera che ovviamente non riconosce le apparizioni, ma è guidato dagli Agostiniani. Preghiera, conversione, confessione, sante messe. Anche se esiste un’associazione onlus di pellegrini che da anni si batte per il riconoscimento delle apparizioni.
Questa, dunque, potrebbe essere la prima soluzione. Luogo di preghiera, pastorale curata a dovere (se non dai Francescani di Medjugorje, magari da un altro ordine), pellegrini felici e contenti magari con l’assistenza di imponenti strutture come l’Opera Romana Pellegrinaggi. Oppure la soluzione di Fontanelle di Montichiari, nel Bresciano. Qui le apparizioni risalirebbero al 1966, con una fonte miracolosa sullo stile di Lourdes indicata dalla Vergine alla mistica Pierina Gilli (1911-1991). Ma la Chiesa bresciana non ha mai approvato le apparizioni e ha anzi espresso un giudizio negativo nel 2013. In compenso, però, a Fontanelle si è deciso di costituire una fondazione, sia riconosciuta dalla legge civile sia dal diritto canonico, voluta nel 2014 per farsi carico di gestire la proprietà e di amministrare il consistente patrimonio mobiliare e immobiliare costituitosi in questi decenni presso i luoghi di culto alle Fontanelle di Montichiari. La nomina degli organi direttivi pertiene al vescovo di Brescia, che naturalmente vigila sul culto mariano e il suo esercizio anche attraverso un apposito delegato vescovile.
Insomma, come si vede le strade possono essere di due tipi: un luogo di preghiera o una fondazione per Medjugorje, naturalmente in grado di garantire l’esercizio del culto mariano senza sbavature e con una maggiore cura rispetto a quanto è accaduto fino ad oggi. È anche per questo che la missione di monsignor Hoser in questo momento assume un ruolo molto più pesante e delicato, da un certo punto di vista, rispetto alla discussione (anch’essa altrettanto importante) sulla veridicità o meno delle apparizioni. Tenuto presente che, come insegna il catechismo, anche se Medjugorje venisse riconosciuta non si sarebbe comunque tenuti a credervi. Perché le rivelazioni private, appunto, non appartengono al “deposito della fede”. Non appartengono, cioè, alle verità fondamentali rivelate in parole e opere da Cristo nella sua Rivelazione e da lui trasmesse agli apostoli. Servono solo a comprenderla meglio, ad “aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica”. Nel frattempo il cammino di Medjugorje continua.
Quinta Puntata
(6.fine)