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Da De Magistris a Renzi, quando i sindaci vanno in tournée e trascurano le città

Il messaggio più lampante arriva oggi da Napoli. Bus fermi per mancanza di carburante e migliaia di cittadini a piedi arrabbiati. Il sindaco Luigi De Magistris ne era al corrente e ha fatto qualcosa per cercare di ovviare alla situazione? Domanda legittima visto che ultimamente il leader del Movimento arancione lo si trova più spesso in giro per l’Italia a promuovere la Rivoluzione civile di Antonio Ingroia piuttosto che alla scrivania di Palazzo San Giacomo. Lui come Matteo Renzi ai tempi gloriosi delle primarie o Nichi Vendola, sempre più preso dal suo ruolo di sparring partner di Pierluigi Bersani piuttosto che da quello di governatore della Regione Puglia.

Lo fa notare a Formiche.net la firma del Foglio, Stefano Di Michele: “Amministratori locali e regionali mi sembrano colti da una smania di protagonismo, da un eccesso di vanità che li porta a ridurre ciò che governano a un palcoscenico dove si muovono come dei tenori alla prima della Scala”. Qualche esempio? “Matteo Renzi in tournée per la Penisola con il suo camper, Nichi Vendola sempre in tv o a comizi con la sua aria di poeta palosiniano, o ancora Gianni Alemanno che smania di apparire e amministra Roma sembra quasi obtorto collo”.

“È una mancanza di considerazione verso la città. E in una grande città come la Capitale di cose da fare ce ne sono parecchie – commenta la penna del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara – è un comportamento di cattivo gusto e irrispettoso verso i cittadini che li hanno votati. Per carità, tutto legale, tutto concesso ma dovrebbero fare il mestiere per i voti che hanno preso. Certo – ammette – mi rendo conto che riparare le fogne dà poca visibilità e consensi e allora meglio inventarsi e pubblicizzare qualche grande struttura affidata ad architetti famosi. Ma alla gente questo non piace molto”.

Ma i sindaci italiani non sono tutti così vanitosi, “dal primo cittadino di Milano Giuliano Pisapia a quello di Torino Piero Fassino ai sindaci di Genova, Venezia e Bologna di cui gli italiani non ricordano neanche il nome: c’è chi ha la buona grazia di occuparsi delle cose sue, delle questioni care alla propria città. E questo è più che sufficiente”, conclude Di Michele.



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