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Perché la Bce di Draghi è flemmatica

MARIO DRAGHI

La Bce non ha fretta di rivedere il bias inflazionistico. Sembrerebbe che Mario Draghi sia riuscito a ricompattare il Consiglio su posizioni caute, probabilmente complice il movimento recente del cambio e dei tassi.

Il presidente della BCE ha ribadito che “discutere di uscita dalle misure non convenzionali è ancora prematuro” e che, in ogni caso, la sequenza indicata nella guidance non si tocca. La BCE ha, difatti, mantenuto il bias inflazionistico implicito nel riferimento a tassi uguali o più bassi rispetto ai livelli attuali fino a dopo la chiusura dell’APP.

Nonostante i dati recenti più forti delle attese, il Consiglio, dopo un lungo dibattito, ha alterato solo marginalmente la valutazione dei rischi per la crescita indicati ora come “più bilanciati ma ancora verso il basso e per lo più legati a fattori esterni”. Nel contempo, il Consiglio ignora la volatilità dell’inflazione e rimane focalizzato sull’inflazione core, concordando sul fatto che non sono emersi segnali convincenti di risalita dei prezzi interni.

Il bias ribassista, ha spiegato Draghi, è legato alla valutazione dei rischi per la dinamica inflazionistica. I minori rischi per la crescita e per la dinamica della domanda interna hanno attenuato i rischi per l’inflazione core, ma non tanto da rimuovere il bias. Riteniamo che a giugno la BCE rivedrà la valutazione dei rischi per la crescita a “bilanciati”, indicando che si sono ridotti ulteriormente i rischi per l’inflazione core. Non è scontato, però, che la BCE modifichi la guidance rimuovendo il riferimento a tassi più bassi rispetto ai livelli attuali.

Molto dipenderà dalla dinamica dei prezzi interni. L’inflazione core è risalita ad aprile all’1,0%, ma la BCE dovrà verificare che la tendenza sia confermata. La dinamica sottostante dei prezzi dovrebbe stabilizzarsi fino a fine estate intorno o appena sopra l’1,0%, per poi tornare indietro a 0,9% a fine anno, depressa da un effetto base sfavorevole. In ogni caso, le notizie positive sul ciclo supportano la nostra idea che la BCE darà avvio ad una fase di graduale normalizzazione della politica monetaria da inizio 2018.

Per dettagli sulle modalità bisognerà forse attendere fino a dopo le elezioni tedesche.



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