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L’ultimo comunista? Berlusconi

Lui lo dice sempre che il pericolo sono i comunisti. Il Muro di Berlino è caduto, ma quelli sono sempre minacciosi, anzi si annidano ovunque e quindi bisogna stare allerta e fare fronte contro il pericolo rosso. Tanto più quando si dissimula. E allora cerchiamo di mettere insieme una griglia che possa aiutarci a riconoscere un pericoloso sistema comunista quando questo si manifesta. Dunque cerchiamo di richiamare alcuni elementi che vengono dalla storia dei regimi comunisti.

Beh, una cosa che viene subito in mente è che tutti si richiamavano al potere sovrano del popolo. Erano repubbliche popolari (la Cina, la Corea del Nord e qualche altro lo sono ancora) e questo voleva stare a significare che il potere del popolo era sovrano su qualunque altra cosa. Tanto per essere chiari, anche sui poteri tradizionali delle democrazie, come quello politico e quello giudiziario. Il Parlamento e la magistratura sono servi del popolo, ovviamente in modo sostanzialmente diverso da come nelle democrazie liberali sono al servizio del popolo.

Nelle dittature comuniste il popolo ha il potere (teorico, naturalmente) di esercitare direttamente la sua sovranità anche a scapito degli organi politici e giudiziari. Non essendo però tecnicamente possibile che il popolo si esprima direttamente, esistono allora degli intermediari che loro sì sanno cosa vuole il popolo, ne interpretano i sentimenti e i desideri, e li realizzano direttamente, essendo diretti fiduciari del popolo. Sono quindi al di sopra dei politici normali, e anche dei normali magistrati, perché loro esprimono direttamente la volontà del popolo. I leader che incarnano questa realtà (perché poi alla fine di leader si tratta, di populismo senza riscontri) hanno la delega a imporre la loro volontà (quella che dicono essere la volontà del popolo) anche alla classe politica e alla magistratura. Non a caso i tribunali normali in quei regimi vengono aboliti e sostituiti con tribunali del popolo, che come è ormai chiaro a tutti fin dai tempi del Terrore giacobino hanno giudicato non secondo la legge, ma secondo la volontà del popolo, vale a dire dei capi.

Il popolo quindi di fatto serve a legittimare politicamente e giudiziariamente il potere dei leader che in virtù di questa investitura si considerano al di sopra della dinamica politica e anche della legge. Nelle democrazie liberali la magistratura indipendente serve a tutelare la legge che esiste per garantire i diritti uguali per tutti che precedono persino le istituzioni politiche e giuridiche. La legge tutela dalla dittatura della maggioranza (o della minoranza organizzata). Il ricorso alla presunta volontà popolare come superiore alla stessa legge è tipico dei regimi assoluti (il re “a legibus solutus”) e appunto dei regimi totalitari, come quelli comunisti.

Se allora vogliamo stanare tracce di comunismo, proviamo a seguire questa linea: chi è oggi che ritiene il giudizio del popolo superiore persino alla legge? Chi considera l’approvazione popolare come il tribunale di ultima istanza anche di fronte a fatti non politici ma giudiziari? Chi ce l’ha con la magistratura?

Estratto da un’analisi più ampia che si può continuare a leggere sul sito di Liberal


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