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Ligresti, Veronesi e io. Firmato: de Bortoli

UMBERTO VERONESI SALVATORE LIGRESTI

(Pubblichiamo un estratto del libro scritto dall’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli “Poteri forti (o quasi)”, uscito due giorni fa, edito da La Nave di Teseo)

Con il gruppo Ligresti ho avuto rapporti soltanto negli anni della mia seconda direzione, mediati da Massimo Pini. Una domenica piovosa di novembre Ligresti mi invitò, con Manfredi Catella allora in Hines, a visitare tutto il cantiere di Porta Nuova.

(IL CIUFFO DI DE BORTOLI SI ABBATTE SU BOSCHI. LE FOTO DI PIZZI)

I grattacieli erano ancora sulla carta. C’erano solo immensi crateri colmi di fango. L’ingegnere fu generoso di ragguagli ai tecnici e a fine mattinata andammo allo IEO (Istituto europeo di oncologia). Ci teneva a farmi vedere la nuova ala. Rimasi stupito quando entrò nello studio di Umberto Veronesi senza nemmeno bussare. Umberto lo accolse con un largo sorriso, come sempre, cogliendo anche il mio imbarazzo.

(DE BORTOLI E I POTERI FORTI. GALLERY-STORY/1)

Ligresti mi disse a un certo punto: “E ora andiamo a pranzo in cascina”. Ne possedeva, e credo ne possegga, a decine intorno a Milano. Mi ritrovai in una grande tavola familiare. A disagio. Poi fuggii con la scusa del lavoro che mi attendeva.


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