Il “la” lo aveva dato il direttore del Corriere della Sera. “L’Italia nel 2011 primo contributore netto dell’Ue, ha dato più di quello che ha ricevuto. Saldo negativo di sei miliardi”: così il tweet di Ferruccio De Bortoli. Cui fa seguito il seguente cingettio “Caro Ferruccio, 6mls sono noccioline. Abbiamo dato 20mld alle banche tedesche francesi! #Regalatiunsogno”, firmato Giulio Tremonti.
Un utente del social network, Angela Piccinini, si chiede quando sia stata presa questa decisione. L’ex ministro dell’economia risponde a stretto a giro di posta: “luglio 2012, accordo Monti Merkel”. A questo punto Luca Cassulo, studente di economia alla Cattolica, entra nel merito e scrive “precisamente 23 miliardi date alle banche, che è poi il gettito complessivo dell’Imu”. Tremonti, super connesso a Twitter, può esultare: “grazie per la precisazione…. La rete non la fermi mai…”.
E la rete infatti non si ferma. È la volta di Giovanni Iasonna di Roma secondo cui “Sonno (refuso, ndr) anni che l’Italia è contributore netto UE, perchè non somma i contributi netti italiani all’UE negli ultimi 10 anni!”. L’italiano non è perfetto ma il messaggio è chiarissimo per il professore che per tanti anni è stato seduto alla scrivania di Quintino Sella e ora capeggia l’opposizione al sistema di Bruxelles. Tremonti risponde a stretto giro di tweet: “ha ragione. È ora che la smettiamo”. L’utente Mirkuz chiede “Tremonti come facciamo a smettere? Usciamo dall’euro?”. Il neo capolista della Lega Nord si è scollegato e non risulta la risposta. Ciò non toglie che seguire Tremonti su twitter è un esercizio interessantissimo. In poche settimane ha scritto più di cinquecento tweet. Quanto si può essere corrosivi in 140 battute? Seguite @g_tremonti e lo scoprirete.