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Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ecco tutte le ultime novità (non positive)

Banca padoan, evasione fiscale amministrazione, Pier Carlo Padoan, pIL

È vicina, in un senso o nell’altro, la resa dei conti per il salvataggio della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Con la recente richiesta da parte della divisione Antitrust dell’Unione europea di 1 miliardo in più di capitali privati nell’ambito dello schema di ricapitalizzazione preventiva, il rischio di una messa in risoluzione con le regole “rigide” del bail-in è diventato concreto.

LA MOBILITAZIONE

Da qui una mobilitazione che ha visto scendere in campo il governo di Paolo Gentiloni. In particolare, ad occuparsene è stato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che il 25 maggio ha voluto tranquillizzare escludendo in maniera esplicita un bail-in per le venete. Un segnale forte, come fino a ora ne erano arrivati pochi dal governo. Ciò vuol dire che, per salvare le due banche, si resterà dentro la cornice della ricapitalizzazione precauzionale, che implica l’utilizzo di soldi pubblici dopo la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni (mentre il bail-in applicato in senso stretto stabilisce che partecipino alle perdite azionisti, obbligazionisti e correntisti con più di 100 mila euro). Il problema è che per dare il proprio via libera alla ricapitalizzazione precauzionale l’Europa ha chiesto 1 miliardo in più di capitali privati, che andrebbero ad affiancarsi a circa 3,3 miliardi di denaro pubblico. Ma questo miliardo al momento non è ancora stato trovato.

L’IDEA ATLANTE

Che si fa allora? I consigli di amministrazione delle due venete, che, nella situazione di urgenza che è venuta a crearsi si sono riuniti il 26 maggio, hanno deciso di sondare il fondo Atlante guidato da Alessandro Penati e già azionista di grande maggioranza di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Fondo Atlante che, la mattina stessa, dopo le forti tensioni degli ultimi mesi, è stato “mollato” anche dal suo grande promotore, il numero uno dell’Acri e di Cariplo, Giuseppe Guzzetti. “Le Fondazioni associate in Acri – ha detto Guzzetti – non intendono mettere più un euro”. Alla domanda su chi potesse investire allora il miliardo che serve, Guzzetti ha risposto: “Bisogna chiederlo a Padoan. Come Fondazione non li metto. Abbiamo già messo 538 milioni” attraverso il fondo Atlante “e vedremo che fine fanno. Sono molto esplicito”. Il riferimento è al fatto che i circa 2,5 miliardi che Atlante l’anno scorso ha già iniettato negli aumenti di capitale delle banche venete non sembrano essere serviti a nulla, visto che gli istituti di credito ora si trovano punto e a capo, con un fabbisogno che la Bce ha calcolato in 6,4 miliardi. Ma ora il fondo Atlante esclude altri interventi di capitale nelle due banche venete: potrebbe valutare solo operazioni sugli Npl.

CI PENSA PADOAN

Un’ipotesi potrebbe essere di chiedere aiuto alle grandi banche già azioniste di Atlante. Quelle stesse banche che, nei mesi scorsi, hanno spesso criticato, più o meno direttamente, il fondo di Penati, dichiarando esplicitamente che non lo avrebbero più finanziato dopo essere già state costrette a svalutare i propri investimenti nel giro di appena un anno (http://formiche.net/2017/02/08/opolare-vicenza-veneto-banca-penati-atlante-contro-intesa-sanpaolo-unicredit-banco-bpm/). E’ un bel rebus. “Siamo nelle mani del governo”, ha detto il presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Mion, la mattina del 26 maggio, lasciando intuire innanzi tutto che l’esecutivo di Gentiloni sta probabilmente cercando di trattare con Bruxelles per ridimensionare la richiesta di capitali privati. Ma anche lasciando capire che è possibile che il governo, e in particolare il ministro Padoan, stia cercando di convincere le banche a investire nuovamente in Atlante.

IL TEMPO STRINGE

Sempre il 26 maggio, Enrico Zanetti, commercialista, revisore legale, leader di Scelta Civica che fa parte della maggioranza, già viceministro dell’Economia, in una intervista a Formiche.net, ha spiegato che il governo nel salvataggio delle venete ha adottato un approccio troppo attendista. Zanetti non è stato l’unico a criticare il governo per la gestione della crisi bancaria. Nel frattempo, il tempo stringe e le perdite potenziali calcolate per le venete rischiano di aumentare sensibilmente. “Stiamo lavorando”, ha intanto dichiarato l’ad di Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola, che quanto alla tempistica ha fatto sapere che spera che “che siano brevi, ma non posso fare previsioni”. Perché questa volta non dipende da lui.



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