L’obiettivo è contribuire al processo di conoscenza dei cambiamenti profondi che lo sviluppo dell’era digitale insinua nella vita di tutti i giorni e in tutti i campi: il passaggio dalla società analogica a quella digitale comporta nuovi stili di pensiero, di vita, di consumo, di lavoro, di conoscenza che stanno vivendo la stagione più intensa ed esaltante. Un processo che può essere condiviso con insegnanti e studenti grazie alle nuove tecnologie di comunicazione e alla testimonianza di esperti.
Venerdì (15 febbraio) all’Istituto Amedeo di Aosta de L’Aquila sarà presentata la prima puntata di Vitadigitale, il cambiamento entra in classe, magazine in streaming video prodotto da Nuvolaverde per raccontare i nuovi stili di vita legati all’innovazione per la sostenibilità. Sono stati coinvolti anche istituti di Vimercate (Monza), Mirandola (Modena), Gemona (Udine), Cosenza e Agrigento che costituiscono il gruppo sperimentale.
La rete scuola si amplierà attraverso il social network www.nuvolaverde.org (città del nuovo mondo) che fa il suo esordio proprio a L’Aquila. Sostenuto operativamente dal network Primavera Digitale di Nuvolaverde, si rivolge aigli studenti, ai professionisti, alle imprese intorno a strutture accademiche, scientifiche o istituzionali per un confronto libero e corale sui temi dell’innovazione urbana e della sostenibilità.
Le puntate di Vitadigitale saranno diffuse via internet direttamente nelle classi diventando così una vera e propria ‘ora, la prima del genere in Italia. Le testimonianze di esperti italiani e internazionali saranno messe a confronto diretto con studenti e professori delle classi delle scuole che aderiranno.
La prima puntata propone le testimonianze di: Roberto Cingolani e del suo robot – bambino Icub; Flavio Bonomi dalla Silicon Valley che parlerà della cyber mobility; Chris Luebkeman da San Francisco sulle smart city.
La scuola è diventata un centro nevralgico di iniziative e progetti per accelerare il processo di consocenza sulla nuova realtà tecnologica. Vitadigitale si distingue perché per la prima volta si entra a contatto diretto e stabile con professori e studenti durante le ore di lezione.