Atlante 2 concentra a Siena tutta la propria potenza di fuoco per condurre in porto entro i tempi prestabiliti il progetto di cartolarizzazione da 26 miliardi di sofferenze del Montepaschi.
GLI INCONTRI
Ieri è stata una giornata di incontri a Milano per aggiustare l’operazione finanziaria dopo il brusco passo indietro di Fortress ed Elliott. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, gli advisor Mediobanca e Lazard avrebbero sostanzialmente confermato lo schema messo a punto nei mesi scorsi, anche se a questo punto l’impegno di Atlante 2 dovrà essere più oneroso rispetto a quanto previsto inizialmente.
LA PROCEDURA
Sottoscrivendo le quote di notes destinate ai fondi, infatti, il veicolo guidato da Alessandro Penati dovrebbe mettere sul tavolo una cifra molto vicina alla sua dotazione complessiva, pregiudicando così l’intervento su altri dossier. A partire da quello delle due banche venete che potrebbero invece smaltire gli npl attraverso la costituzione di una bad bank.
GLI SCENARI
Non è peraltro escluso che Fortress ed Elliott possano tornare al tavolo, anche se l’eventualità al momento appare abbastanza remota. Ad aver determinato la rottura di venerdì scorso non sarebbe stato il mero prezzo di cessione degli stock, quanto la struttura finanziaria complessiva che non avrebbe consentito agli investitori esteri di raggiungere gli obiettivi di rendimento prefissati.
LE MIRE
Di certo i vertici del Monte intendono chiudere la partita entro il 28 giugno quando scadrà formalmente l’esclusiva con Atlante per gli npl. Il giorno successivo, giovedì 29, il consiglio di amministrazione della banca senese dovrebbe riunirsi per dare il via libera definitivo al piano industriale. Sempre che, nel frattempo, siano stati definiti gli ultimi due elementi decisivi: la soglia minima dello Srep, che la Bce dovrebbe comunicare nei prossimi giorni anche alla luce della recente ispezione sui crediti, e soprattutto l’entità degli esuberi. Raggiunto l’accordo definitivo con la Commissione Ue, il governo dovrà infatti emanare due decreti per sottoscrivere l’aumento di capitale e regolamentare il burden sharing. La legge Salva Risparmio prevede che, dei nove bond subordinati sul mercato, i Tier 1 siano convertiti in azioni al 75% del nominale, mentre i Tier 2 (posseduti principalmente dal retail) al 100%.
(Articolo pubblicato su MF/Milano finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)