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Perché i commenti su centrodestra e centrosinistra dopo i ballottaggi sono puri fake

Marco Taradash

Il centrodestra e centrosinistra usciti dalle elezioni amministrative sono un fake, l’immagine di due stelle esaurite proiettata sullo schermo di un sistema elettorale che non c’è più.

Come nel sistema francese, nel voto per il sindaco gli elettori si coalizzano intorno a un candidato, almeno al primo turno (al secondo invece si coalizzano contro, ma questo ora non c’entra, sebbene sarebbe meglio che gli ingegneri, o geometri, elettorali ci riflettessero un po’, visto che alcuni di loro continuano a rimpiangere il favoloso Italicum).

Il vincitore diventa sindaco, e il governo è già fatto. Chi è restato fuori dalla coalizione ha le briciole, e spesso nemmeno quelle. Il programma sarà quello presentato dal sindaco, e gli elettori sanno cosa, più o meno, aspettarsi.

Nelle leggi oggi in discussione al Parlamento, lo pseudotetesco o l’inconsultellum proporzionale, non può avvenire nulla del genere. Sarà come se le elezioni francesi si fossero fermate al primo turno.

Detratti i voti scartati per non aver superato la barriera (italiana) del 5 per cento, Macron avrebbe avuto più o meno il 27 per cento di seggi, Le Pen il 23, Fillon il 22, Melenchon il 20, Hamon l’8. Nessun centrosinistra o centrodestra sarebbe stato possibile. La Francia non avrebbe ancora alcun governo, e quando alla fine fosse riuscito a formarlo non avrebbe alcuna, come si dice?, governabilità.

Così noi remiamo trascinati dalla corrente verso la cascata elettorale.


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