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Al fronte con un’app per il soldato del futuro

Di Marco Petrelli
soldato

Nel corso di Aeromobile Permanent Training I 2017, grande esercitazione che ha coinvolto la Brigata Aeromobile “Friuli” a Casarsa della Delizia (PN), gli operatori di terra, Ipad alla mano, comunicano con gli equipaggi degli elicotteri e con le truppe impegnate al “fronte”, ingrandendo sullo schermo la posizione di formazioni ostili o, ancora, rilevando le condizioni di un ferito e valutando, in tempo reale, il tipo di intervento da richiedere.

Merito di un’app che nasce nel 2009 dall’esperienza sul campo di un militare italiano, il maggiore Michele De Sio, accortosi di quanto apparecchi d’uso commerciale potessero tornare utili alle Forze Armate, sia perché facilmente reperibili, sia perché di costo contenuto e di grande fruibilità. In Terror and Consent: The Wars for the Twenty-first Century (P. Bobbit, Penguin Books Ed., 2008) Philip Bobbitt ricorda che già dagli Anni ’90 i soldati americani acquistavano, privatamente, GPS commerciali (il GARMIN 12 era grande come un telecomando) che poi recavano con sé in missione. Il biennio 2007-2009 assiste, poi, al diffondersi dell’ Iphone telefono e, al tempo stesso, versatile dispositivo che lavora su una piattaforma molto più evoluta rispetto ai precedenti cellulari gsm. Ecco, allora, l’idea dell’impresa italiana: realizzare un’applicazione su modello di quelle Iphone che, tuttavia, possa avere un campo di utilizzo molto più ampio per sostenere lo sforzo di soldati che necessitano di comunicare dati dalla linea del fuoco alla base.

Safe Strike entra in “catena” nel 2010: si appoggia a IOS e con essa è possibile adempiere a compiti diversi. Fino a pochi anni fa, ad esempio, il fante individuava l’obiettivo con il telemetro ed annotava, su supporto cartaceo, le informazioni da trasmettere; l’app, invece, si collega al telemetro, registra da sé le info sul target e fa “sharing” con gli altri reparti in zona, accelerando di fatto i tempi di rilevamento del pericolo e, di conseguenza, dell’intervento per neutralizzarlo.

Nel 2013, il Ministero della Difesa stima in 800 mila euro la spesa per l’acquisizione del software, il cui uso è inserito nel programma SOFUTRA – Sostegno Funzionale alla Transizione, nell’ambito del progetto “Soldato futuro” che, fra gli altri scopi, ha quello di garantire alla Difesa italiana equipaggiamenti COTS (Commercial Off-the-Shelf) vale a dire prodotti già presenti sul mercato civile che, a loro volta, vengono convertiti all’uso militare. Un concetto che trova espressione, immediata e chiara, negli Ipad in mano ai fanti della Brigata Friuli, supporti “user friendly” piuttosto noti e diffusi, eccezion fatta per le cover corazzate e per quell’app che non si scarica certo da IStore. Sì, a primo acchito Safe Strike può ricordare la “comune” Google Maps, ma certamente funzioni quali Search and Rescue, Medical Evacuation (MEDEVAC), Offline Digital mapping, topografia militare, Safety checks for JTACs and Fire Controllers fanno dell’applicazione qualcosa di estremamente diverso dal navigatore dello smartphone. Inoltre, trattandosi di uno strumento militare, può funzionare anche senza il wi fi, sfruttando come “ponte” reti cellulari civili o le reti radio in uso al reparto.

“[…]La parola d’ordine del mondo militare è COTS. Quindi, se esistono tecnologie o prodotti o tecnologie “civili” di interesse militare, non si fa alcuna preclusione ad utilizzarle, ovviamente opportunamente adattate, semplicemente perché sarebbe stupido sprecare tempo, denaro, intelletti per re-inventare la ruota […]” – scrivono Gianluca Ansalone e Angelo Zappalà in “11 settembre 2021: le minacce del prossimo decennio” (FrancoAngeli Editore, 2012), palesando l’inclinazione delle Forze Armate ad assorbire i migliori ritrovati della tecnologia al fine, da un lato, di essere competitivi nell’ambito difesa, dall’altro di abbattere i costi. Una logica imprenditoriale, dunque, applicata alla guerra.

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