Fca continua la sua crescita anche nel 2017. I dati raccolti dalla Fim, relativi al primo semestre, parlano chiaro: la scommessa premium, incentrata sui modelli di fascia medio – alta e sul binomio Alfa Maserati – sta dando i suoi frutti. Aumenta la produzione e aumenta anche l’occupazione. Chissà se di fronte a questi risultati, che lasciano intravedere per fine anno un miglioramento della performance del 2016, quando la produzione è tornata ad attestarsi sopra quota un milione, qualche solone – di quelli che sui giornali e nei talk show fino a ieri profetizzavano “la fuga dall’Italia” del Lingotto – sarà indotto ad un ripensamento. Per carità, non siamo ai tempi di Stalin e non pretendiamo autocritiche umilianti, ma insomma un barlume di dubbio, questo sì, sarebbe da aspettarselo. Perché a rileggere le dichiarazioni roboanti di qualche anno fa sugli accordi conclusi dalla Fim e dagli altri sindacati in Fiat (Fiom esclusa), a partire da quello di Pomigliano, viene da sorridere ( per essere buoni) a pensare al corso che poi hanno preso gli eventi. L’impressione, però, è che rimarremo delusi.
L’Italia è un Paese di smemorati, ancor più quando esercitare la memoria costa fatica e costringe a mettere in forse antiche, granitiche certezze. Ma nemmeno la smemoratezza (e la malafede) può cancellare il principio di realtà. E la realtà ci dice che in quegli anni, a partire dal 2010, la Fim ha pagato caro il coraggio del riformismo: insulti, assalti alle sedi, dirigenti sotto scorta, isolamento mediatico. Isolamento su cui vale la pena spendere qualche altra considerazione. Perché a decretarlo non fu solo un giornalismo pigro, in ciò coadiuvato da un mondo intellettuale innamorato della retorica dei “diritti acquisiti”, ma anche buona parte dell’arco politico, che di quegli accordi ha sempre detto tutto il male possibile senza prendersi la briga di leggerli o di vistare uno dei “nuovi” stabilimenti Fca frettolosamente (e comicamente) battezzati come “luoghi di tortura”.
Dunque non ascolteremo nessun “mea culpa”. Eppure la timida ripresa che la nostra economia, pur tra mille difficoltà, sta vivendo si deve in larga parte al settore dell’automotive. Che in Italia significa principalmente Fca. Un dato che dovrebbe far riflettere anche chi, come Romano Prodi, ama richiamarsi all’unità sindacale presentandola come un valore assoluto per i lavoratori e il Paese. Va detto però che se avessimo dato retta all’adagio prodiano, l’industria dell’auto avrebbe da tempo chiuso i battenti e oggi invece di discutere di nuovi modelli, investimenti e assunzioni saremmo costretti a fare i conti con migliaia di esuberi. La verità è che l’unità è un valore se poggia su obiettivi comuni, se è il risultato di una mediazione alta nell’interesse dei lavoratori, delle imprese e del Paese; altrimenti si tratta solo di un’invocazione retorica, per giunta dall’odore stantio. Quello di cui il paese ha invece bisogno, come ripete sempre il segretario generale della Fim Marco Bentivogli, è la de-ideologizzazione del dibattito sul lavoro.
Tornando a Fca, i dati presentati nei giorni scorsi a Torino dal segretario nazionale Ferdinando Uliano confermano l’andamento positivo dei volumi produttivi raggiunti nel 2016. Nel primo semestre 2017 si sono prodotte 48.666 auto in più rispetto allo stesso periodo del 2016. L’incremento produttivo è stato determinato in gran parte dalla crescita delle produzioni dei marchi di Alfa Romeo, Suv Stelvio e Giulia, e del Suv Levante di Maserati. In particolare un incremento di 44.367 delle due nuove Alfa Romeo prodotte nello stabilimento di Cassino e di 14.717 per Mirafiori. In ambedue le situazioni siamo difronte ad un raddoppio delle produzioni rispetto i volumi del semestre precedente. E’ ormai molto probabile che i volumi del 2016, che avevano visto il superamento della quota di oltre 1 milione di vetture considerando anche i veicoli commerciali di Fiat Professional, verranno ulteriormente superati con effetti positivi su occupazione e redditività grazie al peso maggiore dei marchi premium.
Vengono ampiamente raggiunti i volumi pre-crisi, con un incremento dei volumi di oltre il 70% negli ultimi 4 anni.
Nel corso della conferenza stampa a Torino il segretario nazionale Fim Uliano ha affermato che la strategia sindacale adottata dalla Fim – fare accordi che portassero investimenti negli stabilimenti italiani – ha avuto un effetto positivo sull’occupazione e sta andando nella direzione del il completamento del piano 2014-2018. “Oggi non siamo ancora alla piena occupazione- ha affermato Uliano – che secondo gli obiettivi ci sarà entro il 2018; manca poco, ed è necessario fare ancora alcuni investimenti importanti nei prossimi mesi per raggiungerla. L’avremmo colta già da tempo se la nuova occupazione avuta nel 2014-2016 di oltre 3.000 unità l’avessimo potuta distribuire in maniera uniforme su tutti gli stabilimenti italiani. Ovviamente questo non è possibile perché gli incrementi occupazionali seguono normalmente gli investimenti nei vari stabilimenti. E’ stato così per le assunzioni a Melfi e in altri plant, lo è stato anche per gli oltre 730 nuovi ingressi di Cassino, un vero e proprio incremento occupazionale che non può andare a ridurre l’uso degli ammortizzatori di Mirafiori e Pomigliano”.
Positivo anche il dato sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali (Contratto di solidarietà e/o Cigo) , che si sta ulteriormente riducendo, in particolare negli stabilimenti finali. Il fermo di produzione stimato dalla Fim è intorno all’8% delle ore produttive, lontanissimo al dato di solo 4 anni fa dove si raggiungevano punte del 40%.
Il dato sulle produzioni semestrali non è solo di quantità, ma anche di qualità. La quota di segmento medio alto cresce ulteriormente. Le auto di fascia medio-alta prodotte nel 2012 rappresentavano solo il 20% dei volumi, mentre nel 2016 si attestava ad un ottimo 59% dei volumi, nei primi sei mesi del 2017 si è addirittura superato il 60%. E questo dato sta continuando a a crescere perché sia le produzioni di Cassino che di Mirafiori continuano a macinare volumi.
“Siamo vicini alla piena occupazione, come Fim-Cisl abbiamo puntato sempre a questo obiettivo – ha aggiunto Uliano – per raggiungerlo bisogna agire in tempi brevi con nuovi investimenti, per superare alcune criticità ancora presenti, rappresentate in particolare da Pomigliano, Mirafiori e Melfi per la parte collegata alla Punto. Fca deve procedere spedita, i risultati ottenuti nella regione Emea sono elevati, è ormai lontano anni luce il periodo in cui si producevano meno di 400.000 vetture, in gran parte di fascia bassa e con un Ebit negativo di oltre 800 milioni di euro”.
Per la Fim, che nel gruppo è il primo sindacato in termini di rappresentatività, si tratta di una nuova conferma, ha osservato Bentivogli: “Siamo stati l’organizzazione che più di altri si è battuta, scontrandosi anche con molti oppositori, per concludere accordi che impegnassero Fiat ad investire e a riempire di lavoro gli stabilimenti Italiani. Noi pensiamo e continueremo ad agire come un sindacato di cambiamento capace di rinnovarsi, che sfida le aziende. E questo lo faremo sempre, non siamo un sindacato di comodo”. Ragion per cui il leader Fim chiede a Marchionne di aprire una nuova fase nei rapporti col sindacato: “Credo che in un gruppo globale come Fca il livello di partecipazione del sindacato nella gestione aziendale debba essere rafforzato per dare prospettive positive per i lavoratori in una realtà industriale così importante per il nostro Paese”.
DETTAGLIO PER SITI
• Mirafiori
Nei primi sei mesi dell’anno Mirafiori ha un incremento rispetto al 2016 del 118%, si passa da 12.474 vetture a 27.191. Un raddoppio delle produzioni spinto dalla produzione del nuovo Suv Maserati Levante. Produzioni che Mirafiori non vedeva da 5 anni. Il 2017 con le produzioni del primo modello Maserati prodotto già dal mese di gennaio, su due turni, con una produzione giornaliera intorno alle 150 unità, si andrà ben oltre ai volumi del 2012 dove si producevano Musa e Idea.
La produzione di Suv Levante si è attestata intorno alle 18.570 unità rispetto alle 4.654 del 2016. Un buon risultato è stato riscontrato anche dalla piccola Alfa Romeo Mito, con i suoi 8.621 veicoli, superando +10.2% il dato semestrale del 2016. Questi volumi hanno ridotto ulteriormente l’impatto del Contratto di Solidarietà sulla forza lavoro. Mediamente sono circa 500 le persone in solidarietà.
Per completare il tassello della piena occupazione e determinare un molto probabile ingresso di nuovi assunti la partenza del secondo modello per Mirafiori nel secondo semestre 2018 è fondamentale.
• Cassino
Dopo 5 anni nel mese di febbraio abbiamo posto fine all’uso di ammortizzatori sociali nello stabilimento Cassinese. Se il 2016 ha rappresentato per Fca il rilancio del marchio Alfa Romeo e l’implementazione produttiva concreta del piano industriale del 2014-2018, con i circa 5 miliardi destinati agli stabilimenti italiani. Il 2017 ha visto le produzioni del primo Suv della storia di Alfa Romeo affiancare quelle di Giulia.
A seguito della partenza del secondo turno sulla linea di Giulia e Stelvio, si è determinato il rientro di tutti i lavoratori e un incremento dei lavoratori in produzione di oltre 1.000 unità, 330 provenienti in missione temporanea da Pomigliano e 730 nuovi giovani assunti in somministrazione. I Contrati di somministrazione scadevano al 30 giugno 2017 e li abbiamo prorogati fino al 31 ottobre 2017. L’obiettivo che abbiamo come Fim-Cisl è di stabilizzarli entro la fine dell’anno facendoli assumere a tempo indeterminato. L’abbiamo fatto a Melfi alla stabilizzazione dei volumi, lo faremo anche a Cassino. Nello stabilimento di Cassino siamo nel pieno della salita produttiva, nel primo trimestre era di circa 250 a turno ora è di circa 300 e prima de 2017 si salirà ulteriormente. Nei prossimi mesi è molto probabile un ulteriore incremento occupazionale determinato dalla salita produttiva e del conseguente aumento della produzione dei veicoli per turno lavorato. Nel primo semestre 2016 erano 4.678 le Alfa Romeo Giulia prodotte, nel 2017 abbiamo raggiunto quota 63.409 tra Giulia e Stelvio.
• Grugliasco e Modena
Le produzioni di Grugliasco nel primo semestre hanno raggiunto le 8.912 unità rispetto alle 9.834 prodotte nel 2016. I lavoratori attualmente i lavoratori dello stabilimento sono stati coinvolti da un periodo di Cassa Integrazione che è terminata il 3 luglio 2017. La produzione del modello dell’anno consentirà una ripresa dei volumi complessivi nella seconda metà dell’anno. Nello stabilimento modenese si sono prodotte circa 1.171 tra GT e Gran Cabrio, superando del 27% il dato del semestre precedente.
Gli investimenti decisi nel 2016 che hanno accantonato l’ipotesi iniziale di fermare la produzione di Maserati nello stabilimento modenese, stanno dando i loro risultati. Con i nuovi modelli di Maserati GT e Gran Cabrio si è interrotto nella prima settimana di maggio il Contratto di Solidarietà che aveva coinvolto 140 lavoratori per circa 34 giorni, e si è ripreso a pieno regime la produzione che complessivamente supererà i volumi Maserati del 2016.
• Melfi
Continuano ad ottenere positivi risultati le produzioni di Jeep Renegade e 500x. Nel primo semestre complessivamente si sono prodotte circa 143.000 unità, con una piccola flessione di circa il 9% rispetto al 2016, per questo motivo si è fatto ricorso all’uso di circa 10 giorni di Cassa integrazione ordinaria.
Discorso diverso per la Fiat Punto che con le 31.722 vetture prodotte riscontra un ulteriore calo rispetto al semestre 2016 dove venivano circa 36.000.
La prospettiva della Punto per il 2017 è di una discesa produttiva. Come già abbiamo sollecitato Fca è indispensabile per i lavoratori impegnati sulla Punto individuare una soluzione produttiva l’obiettivo della piena occupazione per Melfi significa dare una prospettiva certa ai lavoratori attualmente impegnati su questa linea di produzione con un altro modello.
• Pomigliano
Continua nello stabilimento campano il trend positivo che ha caratterizzato la crescita dei volumi negli ultimi 4 anni. Il 2016 si era attestato su un incremento superiore del 16,9% rispetto al 2015 e del 33,7% rispetto al 2013. Nel primo semestre del 2017 sono 122.392 le Panda prodotte + 9% rispetto al 1° semestre 2016, anno del record delle 207.000 unità prodotte. Questo dato ci ha consentito già nel 2016 di ampliare ulteriormente l’area a maggiore impatto occupazionale, anche se su Pomigliano anche se i volumi supereranno il 2016, la piena occupazione non passa dalla Panda. La prospettiva per lo stabilimento campano sono i modelli premium a partire da quelli Alfa Romeo. Abbiamo recentemente fatto il rinnovo del Cds che ci da la possibilità di gestire un’importante investimento su un modello premium che normalmente necessita dai 15 ai 16 mesi di tempo. Ora Fca non può più farci attendere, ci aspettiamo la pianificazione di questo investimento, che non sarà meno di quello fatto per la Panda, nel prossimo Group Executive Council.
• Sevel
Lo stabilimento leader di Fiat Professional con la produzione che si attesta nel primo semestre a 148.500 sostanzialmente alle stesse unità prodotte nel 2016, si appresta a bissare il record produttivo del 2016 si era chiuso con una produzione che aveva superato le 290.000 unità (+11,2% rispetto al 2015). Negli ultimi 3 anni la crescita è stata del del 42,2%. A livello occupazionale sono circa 357 i lavoratori in somministrazione entrati nel corso del 2016/2017, che stando alle previsione saremo impegnati come sindacato a costruire percorsi di stabilizzazione.
• Ferrari
Anche nel primo semestre 2017 si riscontra un piccolo incremento nei volumi pari a circa il 15%. Sono circa 4.728 le Ferrari prodotte nel primo semestre, un dato importante che evidenzia una continua crescita ed espansione. Sono elementi positivi che per un marchio importante come quello di Ferrari ha sempre avuto poi ritorni positivi per i lavoratori sia su occupazione che sul sistema premiante. Il dato di produzione del primo semestre 2017 conferma il buon andamento delle produzioni italiane e la prospettiva di superamento anche per quest’anno della quota 1 milione di vetture. Nel primo semestre 2017 le produzione sono spinte ulteriormente da Cassino e Mirafiori, con gli ultimi prodotti: Suv Alfa Romeo Stelvio, Alfa Giulia e il Suv Maserati Levante. Questo sta incidendo fortemente sui risultati di redditività di Fca Emea e questo dovrebbe portare a nostro avviso ad un ulteriore azione d’investimenti per gli stabilimenti italiani.