Il matrimonio tra il Qatar e i mondiali del 2022 sembra che trovi ostacoli ad ogni angolo di strada. Le tensioni geopolitiche nell’area del Golfo, culminate nelle 13 richieste che Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto e Bahrain hanno rivolto al Qatar sembrano essere state il detonatore per un’esplosione che durerà a lungo. Il quotidiano tedesco Bild ha messo le mani su un dossier, realizzato da Michael Garcia ex funzionario della Fifa, che svelerebbe numerose irregolarità e corruttele nell’assegnazione dei mondiali al Qatar nel 2022. I Paesi accusatori chiedono ora un dietrofront rispetto a quella decisione che sarebbe stata la consacrazione del Paese arabo “nell’Olimpo del mondo dello sport”. Il Qatar, infatti, ha già al suo attivo l’organizzazione dei Mondiali di nuoto in vasca corta nel 2014, del Campionato mondiale di pallamano nel 2015, della Desert Cup di hockey sul ghiaccio nel 2016 e dei mondiali di ciclismo nel 2016 senza contare la proprietà del prestigioso Paris Saint Germain. La petromonarchia ha anche in programma i Mondiali di ginnastica nel 2018 e i Mondiali di atletica nel 2019.
LA BILD SVELA LE CARTE DI GARCIA
Nel 2014, quando Joseph Blatter era ancora il capo della Fifa prima della sospensione per 8 anni, era stata pubblicata un’inchiesta monca a cura di Michael Garcia che di fatto attestava la regolarità dell’assegnazione dei Mondiali al Qatar nel 2022 e alla Russia nel 2018. In seguito a quella pubblicazione smorzata Garcia si era dimesso dal suo ruolo. All’epoca il presidente della Commissione Etica, Hans Joachim Eckert, aveva ritenuto che le rivelazioni dell’inchiesta Garcia non fossero abbastanza forti da rimettere in discussione l’assegnazione dei due tornei e aveva sottolineato che i fatti emersi fossero “di portata molto limitata”.
Oggi, a distanza di tre anni e con a capo della Fifa l’italo svizzero Gianni Infantino, (nella foto), la musica sembra cambiata. Lo stralcio del dossier pubblicato dalla Bild svela un diffuso sistema di corruzione operato da parte della Federazione calcistica del Qatar nei confronti dei funzionari della Fifa. Tra i documenti dell’inchiesta Garcia c’è anche una mail con la quale un ex membro del comitato esecutivo della Fifa ringrazia i membri della Federazione del Qatar per il bonifico, da centinaia di migliaia di euro, ricevuto. Oltre a questo ci sarebbero anche altri benefit di natura più ludica. Tra membri esecutivi della Fifa con diritto di voto sarebbero stati accompagnati ad una festa a Rio de Janeiro con un aereo della Federazione del Qatar. Gianni Infantino non sembra avere alcuna intenzione di ostacolare la pubblicazione e la diffusione del rapporto che accusa, di fatto, l’ex membro Fifa e presidente della Confederazione asiatica, Mohamed Bin Hammam, di corruzione nei confronti di funzionari Fifa in cambio del loro sostegno per l’assegnazione della prestigiosa competizione. Va ricordato che i concorrenti del Qatar erano Australia, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti e che i Mondiali si dovrebbero disputare in inverno per ovviare al torrido clima estivo.
LE ACCUSE DEI TABLOID INGLESI A MICHEL PLATINI
Prima delle ultime rivelazioni della Bild, però, anche i tabloid britannici avevano puntato il dito contro movimenti opachi intorno all’assegnazione dei mondiali al Qatar. Nel 2014 i quotidiani inglesi come il Daily Telegraph e il Sun avevano raccontato di una cena “segreta” tra l’allora presidente del Uefa Michel Platini e il solito Mohamed Bin Hamman, uno dei più influenti lobbysti del Qatar. Il fatto sarebbe accaduto il 2 dicembre 2010, solo un mese prima che il Qatar riuscisse a battere la concorrenza diretta degli Usa nell’aggiudicarsi i Mondiali. “Le Roi” avrebbe poi condotto Hamman all’Eliseo a cena dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy insieme a importanti membri del Governo qatarino. Tuttavia, come scrive Marco Bellinazzo nel suo “I veri padroni del calcio”, edito da Feltrinelli, “Hassan al-Thawadi, segretario generale del Comitato organizzatore della Fifa World Cup 2022, ha sempre negato che bin Hamman avesse svolto un ruolo “ufficiale o ufficioso” per la candidatura”.
IL PIANO DEGLI STADI E IL NUOVO SCHIAVISMO
Il Qatar si era impegnato nella costruzione di 12 nuovi stadi in vista del Mondiale. Un investimento enorme che supera i 10 miliardi di euro per impianti avveniristici dotati di aria condizionata, comfort impensabile per i parametri europei. Lo scorso aprile, però, il segretario Hassan al-Thawadi ha fatto sapere che il piano sarà ridimensionato del 40% per evitare sorprese in materia di coperture finanziarie. Chi costruirà queste strutture? Schiavi ha risposto il report del 2015 di Amnesty International. Nel suo documento, l’Ong con base a Londra, ha evidenziato che i migranti impiegati nella costruzione degli stadi sono tenuti in condizioni simili a quelle degli schiavi. La monarchia aveva promesso di sospendere la legge Kafala, un sistema diffuso in tutta la zona e che consente al datore di lavoro di entrare in possesso dei documenti del migrante lavoratore. Amnesty ha stimato in 1,5 milioni i migranti-schiavi impiegati come nella manodopera qatarina. Numeri che potrebbero salire fino a 3 miloni con l’approssimarsi della competizione. Sono cifre importati, che vanno di pari passo a quelle delle morti sul lavoro: 2,5 al giorno. Le denunce di Amnesty riguardano le condizioni di sicurezza nei cantieri, l’igiene negli alloggi e la carenza di controlli sui luoghi di lavoro. Insomma, ad oggi, i Mondiali del Qatar appaiono come un immenso business che si poggia su corruttela e schiavitù.