E’ davvero sconcertante leggere questa campagna elettorale con le lenti deformanti del mondo dell’informazione. Di fronte ad un nuovo, probabile e oltre misura devastante “tsunami giudiziario” come quello di Tangentopoli, ci sembra di rivivere l’incertezza di vent’anni fa, con una classe politica incapace di rinnovarsi, un grillismo che assomiglia per certi aspetti al montante leghismo dell’epoca, una redistribuzione di “quote” tra poteri piu’ o meno forti, piu’ o meno legittimati, che trasversalmente trattano su molteplici tavoli il futuro del nostro Paese, quasi fosse un bottino da spartire all’insaputa degli elettori. E lo specchio di questa “commedia degli inganni” è rappresentato dalle prime pagine dei principali quotidiani…La difesa d’ufficio del marcio e dell’indifendibile, da una parte e dall’altra, è ormai affidato ai titoli enigmatici e omertosi, ai commenti edulcorati e senza costrutto di opinionisti faziosi e già in cerca di poltrone, alle sterili, ridicole e imbarazzanti rivendicazioni di una parte politica che sembra aver dimenticato il memorabile discorso di Bettino Craxi alla Camera prima della catastrofe giudiziaria di Tangentopoli. Quell’ammissione di responsabilità da parte del leader socialista, presago del crollo imminente dell'”impero”, all’epoca fu sottovalutata e perfino derisa da chi, con un’impostazione ipocritamente manichea, pensava di potersi tirare fuori, di uscire indenne dalle inchieste, di sbandierare una patente di superiorità morale che la storia si è poi incaricata di smentire in modo cocente e inequivocabile. Ora la storia sembra prendersi nuovamente gioco di chi pensa di raccogliere a piene mani i frutti copiosi di una nuova ventata giustizialista. Quella si’ che sarebbe una vittoria di Pirro…E’ comprensibile che a porre in essere questo tentativo siano attori politici che competono per vincere le elezioni. E’ comprensibile che alcuni attori politici, sia pure in modo un po’ goffo e scarsamente credibile, attribuiscano solo alla parte avversa le nefandezze e i comportamenti illeciti e contrari alla legge. Meno comprensibile e quasi mortificante per la credibilità dei giornalisti è che ad ergersi a paladini della presunta superiorità morale di una parte politica siano professionisti che da anni beneficiano di spazi smisurati e forse immeritati nel mondo dei media e che hanno abdicato da tempo al rispetto dei piu’ elementari principi del diritto di cronaca, da quello dell’obiettività e del rispetto della verità dei fatti a quello del vaglio critico, scrupoloso ed equilibrato delle fonti…di tutte le fonti… Rispetto al ’92, c’è un Mario Monti in piu’…, un Luciano Violante in meno…partiti ancora meno democratici dell’epoca e giornali sempre piu’ schierati e, per fortuna, sempre meno letti…Un panorama da far tremar le vene e i polsi…E siamo solo agli inizi…
Come nel ’92, ma al posto dei partiti ci sono i giornali…
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