Si sono riuniti ieri oltre cinquanta rappresentanti della DC delle diverse province venete a Grisignano di Zocco (Vicenza) con il segretario nazionale, On Gianni Fontana, per fare il punto della situazione dopo la direzione nazionale del partito del 14 febbraio scorso e per incontrare il segretario regionale della Lega e Sindaco di Verona, Flavio Tosi.
Un incontro per molti versi straordinario perche’ era la prima volta che avveniva un franco scambio di opinioni tra gli eredi della balena bianca veneta e il rappresentante del movimento che di quella tradizione, almeno sul piano elettorale, in molte province venete aveva ereditato parte non indifferente di quel consenso.
Qualche amico ci aveva rimproverato la tempistica di programmazione dell’incontro immediatamente alla vigilia del voto di Febbraio. Gianni Fontana con estrema chiarezza ha ricordato che non si era deciso di incontrare Tosi con l’obiettivo di “offrire vasi a Samo”.
Ricordando cosa scrisse Dossetti in ricordo di Lazzati nel giugno del 1994, citando il salmo 21 di Isaia: “ sentinella quanto resta della notte?”, Fontana ha evidenziato che la DC, impedita di partecipare alle prossime elezioni da chi illegittimamente da anni utilizza il simbolo del partito che fu e appartiene alla DC storica, partito mai sciolto, sta assistendo con preoccupazione e vigilante attenzione alla terribile notte in cui sembra caduta la politica, la società italiana e la stessa Chiesa, dopo il gesto di straordinaria carita’ e speranza della rinuncia di Papa Benedetto XVI.
La notte della politica, ha ricordato Fontana, al tramonto avanzato della seconda repubblica porta con se’ i segni degli ultimi fuochi di traballanti leadership: quella di Bersani, sopravvissuto grazie alla persistente egemonia dell’apparato sulla novita’ di Renzi, e dello stesso Berlusconi costretto all’ultimo giro di valzer per assenza di un’alternativa forte e credibile nel suo schieramento.
Siamo percio’ interessati, ha aggiunto Fontana, a scrutare cio’ che annuncia l’aurora. “ Scrutiamo il cielo e rivolgiamo lo sguardo a Oriente per intravedere i bagliori dell’alba e per ritrovare la speranza. Qualche segnale di novita’ lo abbiamo colto proprio nell’esperienza nuova e diversa che nella Lega ha rappresentato e rappresenta Flavio Tosi. Si tratta di prefigurare qualcosa di nuovo sotto il cielo dopo che, il voto di febbraio, avra’ reso definitivamente morta e sepolta l’esperienza della seconda repubblica”.
Certo, ha continuato il segretario nazionale della DC, permangono molti e forti distinguo tra la DC e la Lega, ma siamo interessati al confronto e ad aprire un dialogo serio gia’ a partire dalle prossime elezioni amministrative e in prospettiva regionale ed europea.
Flavio Tosi e’ intervenuto evidenziando come siano molti i principi e i valori di fondo che la Lega condivide con la storia e la tradizione migliore della Democrazia cristiana, anch’ egli convinto della necessita’, gia’ da lui sperimentata con non poche difficolta’ all’interno della Lega, di una fase nuova della politica italiana che sta vivendo forse il momento piu’ difficile di tutta la storia del dopoguerra.
“Temo che più che un vincitore le prossime elezioni si concluderanno con molti perdenti” ha ricordato il leader leghista, che ha poi affermato : “e’ viva e sentita l’esigenza, a partire dal Veneto, di un contenitore in grado di raccogliere le nostre diverse esperienze per ricostruire il modo di fare politica credendo in qualche cosa che riconosciamo come il “bene comune” e motivati dalla passione civile”
Tosi era giunto all’incontro con la DC dopo che era stato firmato proprio ieri, 16 febbraio, a Sirmione il “patto” per la macroregione del nord. A sottoscriverlo, al Grand Hotel Terme in una sala affollata di militanti leghisti, il candidato alla presidenza della Regione Lombardia, Roberto Maroni e i governatori del Piemonte, Roberto Cota, del Veneto, Luca Zaia e del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo.
Si tratta di un patto per il “coordinamento del territorio in tutti i suoi aspetti e l’agricoltura e’ uno dei primi punti”. Inoltre, “poiche’ le politiche agricole sono in gran parte di competenza europea, il ruolo della macroregione in questo settore e’ fondamentale”. La scelta di Sirmione, poi, e’ presto spiegata: “La macroregione va da Torino a Trieste e Sirmione e’ a meta’ a strada”. “Sono un po’ emozionato, il problema è che adesso mi tocca vincere in Lombardia” ha scherzato il segretario federale delle Lega subito dopo la firma. L’ex ministro dell’Interno ha fatto di questo progetto un punto centrale del proprio programma per la corsa alla presidenza della Lombardia.
Un fatto e un patto di forte significato politico e istituzionale come ho avuto modo di rilevare nell’incontro con Tosi, giunto da Sirmione qualche ora dopo la firma di quel patto, ricordando che il tema della macroregione e delle macroregioni italiane, e’ da tempo nell’agenda dei democratici cristiani, da sempre fautori della centralita’ delle autonomie locali e non insensibili a quanto il compianto prof. Miglio alla fine degli anni’80 teorizzo’ con lucida analisi politico istituzionale sul tema.
Un tema tanto piu’ attuale e rilevante nel momento in cui e’ venuto meno il ruolo dello stato nazionale ( perdita della funzione della moneta e, sostanzialmente, della stessa difesa e con una giustizia, spesso utilizzata come strumento di invasione impropria sul terreno della politica e sempre piu’ tributaria e subalterna a quella europea,) e con una governance europea di difficilissima funzionalita’ operativa e di scarsa o nulla rappresentativita’ democratica.
Insomma, mentre a Febbraio, la DC orientera’ il suo voto sui partiti che si riconoscono nella volonta’ di costruire la sezione italiana del PPE, da ricondurre agli ideali dei padri fondatori, a partire dal Veneto e dalle prossime elezioni amministrative, in cui saranno interessati 45 comuni della nostra regione, il confronto e il dialogo con la Lega di Tosi e’ gia’ nell’agenda del partito.