Ne’ sul palco ne’ in Piazza Duomo a Milano, nel bagno di folla del centro-sinistra, se ne sono visti di socialisti: eppure il Psi di Riccardo Nencini fa parte dell’alleanza di centro-sinistra avendo firmato con Pd, Sel e Centro Democratico, la ben nota ‘Carta d’intenti’. Eppure di socialismo neanche l’ombra: ne’ sul palco, ne’ tra la folla, ne’, come gia’ accaduto, alle primarie e ne’ nella stessa ‘Carta d’intenti’. Quella che a dicembre poteva essere stata un’improvvisa eclissi di sole, ora e’ diventata ben altra ‘cosa’, un’assenza che ha prodotto numerose critiche della base contro i vertici per la mancanza di liste autonome e fuoriuscite, dimissioni e cambi di voto o di non voto. E quei socialisti di un tempo andato, quelli che, oggi senza fissa dimora, hanno militato nel Psi degli anni ’80 prima che venisse cancellato dallo ‘tsumani’ di Tangentopoli dal panorma politico? “Votero’ in coerenza col fatto che mi ero proposto come candidato alle primarie del centro-sinistra”, dice Valdo Spini, classe 1946, oggi presidente della Commissione Affari Istituzionali del Consiglio Comunale di Firenze per la lista ‘Spini per Firenze’ che nel giugno 2009 raccolse come candidato sindaco 17.600 voti, pari all’8,36% delle preferenze degli elettori, fra i quali ben 4.000 voti disgiunti, risultando terzo. Piu’ volte Ministro, nel 1981, su proposta di Craxi, venne eletto vicesegretario nazionale del Psi, in rappresentanza della sinistra lombardiana. “Temo pero’ – aggiunge – che i veri nodi di un autentico riformismo verranno al pettine dopo le elezioni”. Con il vecchio Psi, Spini i conti li ha chiusi da tempo – nel 1994 fondo’ la ‘Federazione Laburista’ e nel 1998 e’ stato co-fondatore dei Democratici di Sinistra, ponendo alla base del suo simbolo quello del socialismo europeo, ma non con il socialismo e soprattutto con la ‘scuola di pensiero’ di Riccardo Lombardi. E a Lombardi come a Antonio Giolitti si richiama un altro ‘riformista d’antan’, l’87enne economista e piu’ volte ministro, Giorgio Ruffolo, il cui orientamento di voto e’ per il Pd e quindi per il centro-sinistra. “Magari ci fosse un Keynes – si augurava tempo fa – che traducesse l’ispirazione ideale di Carlo Marx in un riformismo liberale e socialdemocratico. Io voterei per loro”. E oggi? “Potenzialmente c’e’ il Pd – spiega – Vorrei pero’ gli assomigliasse di piu’! Beninteso, al riformismo liberale e socialdemocratico”. Lo storico e presidente della Fondazione Pietro Nenni, l’82enne Giuseppe Tamburrano, se la cava cosi’: “Votero’ per Bersani perche’ e’ il solo modo per neutralizzare il pericolo Berlusconi”. Tamburrano non manca pero’ di evidenziare ‘il basso livello culturale‘ della campagna elettorale e di ammonire: “i conti con il socialismo restano tutti da fare perché sono ineludibili”. Riuniti in associazioni e movimenti come ‘Il Gruppo di Volpedo’ o il ‘Club Rosselli’, i socialisti ‘senza fissa dimora’, si muovono tra Pd, Sel e Rivoluzione Civile attratti dalla brillante quarantenne Anna Falcone. E non pochi un tempo militanti della sinistra lombardiana hanno in Franco Bartolomei, candidato alla Regione Lazio nelle liste del Psi per Nicola Zingaretti Governatore del Lazio, un punto di riferimento: come dire un voto piu’ alla persona, al militante socialista di ‘scuola lommbardiana’ che all’attuale dirigente del Psi. I conti con il Psi, per un nuovo Psi, sono rimandati a dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio!