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Lo “straordinario” Monti secondo l’Economist cinese

Mario Monti è l’uomo copertina di Caixin. La rivista economico-finanziaria, una delle pubblicazioni più indipendenti e autorevoli oltre Muraglia, definisce il presidente del Consiglio un “feichang zongli” lo straordinario primo ministro.

Si parte dal 24 gennaio a Davos, l’occasione è il Forum economico mondiale e dalla discussione cui Monti ha partecipato assieme al direttore del Financial Times, Lionel Berber. Un appuntamento in cui era impossibile che Monti non attirasse l’attenzione, scrive il settimanale.

Caixin parte dalle frasi del premier: la crisi finanziaria si è alleggerita, ma quella economica e sociale in Europa è appena all’inizio. Premessa d’obbligo in questo contesto: l’Italia è la terza economia dell’Eurozona, se non si rimette in carreggiata ci saranno ancora rischi per l’Europa e per il mondo. L’Italia non è però la Grecia.

Il settimanale riconosce al Paese i punti di forza nella moda, nel lusso, nell’industria manifatturiera e la lunga storia del sistema bancario. Le riforme intraprese da Monti non saranno state perfette, scrive Caixin, ma hanno dato speranza. Una di questa, forse dopo la campagna elettorale un po’ messa da parte, la possibilità che ci si concentri più sul governo che sulla lotta di potere personale.

Tra i punti trattati nell’intervista ci sono le riforme, l’Unione Europea e la sua nomina. Il momento più difficile, spiega il premier italiano, fu a dicembre del 2011 quando si oppose all’ipotesi di un sostegno europeo o del Fondo monetario internazionale. “Mi sentivo a disagio con l’idea della troika in Italia”, dice a Caixin. “I cambiamenti sono necessari” continua Monti che parla degli ostacoli posti sia a destra sia a sinistra e dicendosi speranzoso del ruolo che la società civile potrà ricoprire in Parlamento.

Le riforme ancora necessarie? Monti indica la riforma del mercato del lavoro, mettere mano alle province o con la riduzione dei livelli amministrativi tra centro e periferia, la lotta contro la corruzione su cui rivendica di aver introdotto i più avanzati standard Ocse sulla trasparenza. Occorre superare gli ostacoli politici per affrontare quelli economici, dice Monti che ricorda i sentimenti anti-europeisti che stanno prendendo corpo in Italia. Infine l’Europa.

La crisi dice non è dell’euro, ma dell’Eurozona. La crescita lenta dei Paesi continuerà. Se in molti cercano la risposta in riforme nei Paesi il mercato comune è essenziale per lo sviluppo economico. Monti dice infine di essere un sostenitore degli Eurobond non perché soluzione alla crisi, ma perché è una riforma strutturale necessaria per la futura integrazione.



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