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Perché Zingales ha smascherato Giannino

E’ stato quasi un atto di affetto verso Oscar Giannino. Sembrerà strano, però potrebbe essere questa una delle chiavi di lettura delle dimissioni di Luigi Zingales che hanno di fatto smascherato il finto master di Giannino alla Chicago Booth e poi dato adito anche ad altre sconfessioni, come quella sulle lauree in Economia e Giurisprudenza conseguite dall’editorialista ed ex direttore di quotidiani.

L’interpretazione si evince leggendo un articolo pubblicato oggi su La Stampa. Si racconta infatti di un giornalista italiano che da tempo stava investigando sui titoli del fondatore del movimento Fare per Fermare il Declino e aveva chiesto informazioni e riscontri direttamente all’università americana: il giornalista, scrive Tonia Mastrobuoni del quotidiano La Stampa, aveva contattato ripetutamente l’impiegata del Register, che sorveglia gli elenchi degli alunni per saperne di più.

“E l’impiegata – si legge sul quotidiano torinese diretto da Mario Calabresi – già irritata pare per qualche sporadico tentativo di anonimi smanettoni di inserire Giannino tra le liste online degli ex alumni ad un certo punto ha scritto a Zingales”. “L’economista – scrive Mastrobuoni – assieme ad altri fondatori di Fare ha chiesto a quel punto un chiarimento ma anche un “mea culpa” pubblico al giornalista e presidente del movimento. Che non è mai arrivato”. Così Zingales, secondo La Stampa, che cita un anonimo fondatore del movimento liberista, “deve aver deciso probabilmente di uscire per primo per non rischiare”.

Un gesto di affetto, quindi, verso Giannino. Non tutti ai vertici del movimento turbo liberista concordano con questa interpretazione, se ad esempio si scovano i cinguettii di Alessandro De Nicola, Carlo Stagnaro e Alberto Mingardi. Gli ultimi due in particolare hanno ironizzato sul “pensiero” di Zingales.

 



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