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La pubblicità è sempre più online, addio pay tv

Pay tv

La pubblicità scarseggia in tempi di crisi, e quella che c’è si trova su internet. La pay tv e la generalista soffrono sempre di più la carenza di inserzioni.

 

Nella guerra tra i colossi della pay tv che cercano di accalappiare il maggior numero possibile di persone tra quei consumatori che scelgono, confrontando le offerte Mediaset Premium con quelle di Sky, il servizio di tv tematica più vicino ai propri gusti, ecco che vince la pubblicità online.

 

Sembra paradossale ma la tv, sia essa generalista o a pagamento, è, d’altronde, uno dei settori più penalizzati dalla crisi, a causa della flessione della pubblicità sulle sue reti. Il calo è stato stimato, secondo i dati di Misurazione Tv di Nielsen, intorno al 23% relativamente a novembre 2012, ma gli spot si sono ridotti del 14% rispetto a un anno prima.

 

Il player che più risentirà della situazione, secondo i dati, sarà il Biscione, compresa la pay tv Premium e neanche Sky Italia se la passerà bene, sebbene possa contare su a una più ampia base di utenti abbonati. Le reti televisive che, secondo Nielsen, otterranno performance migliori saranno quelle di nicchia, come le emittenti tematiche fiorite nel bouquet del digitale terrestre. Ma la vera “oasi felice” della pubblicità sembra essere internet.

 

Il web è l’unica piattaforma che attira le inserzioni, con un crescita del 7,1% nell’ultimo anno. Le aziende preferiscono investire qui, perché quelle poche risorse disponibili devono essere impiegate bene e internet è molto efficace nel definire il target commerciale. I consumatori, poi, spendono sempre più tempo sui social network e guardano sempre meno la tv.

 

Il 2013 sarà l’anno della ripresa? Non possiamo dirlo, ma verosimilmente internet si terrà stretti gli inserzionisti che la tv ha perso. Alberto Dal Sasso, Advertising Information Services Business Director di Nielsen, ha commentato: “Quello che possiamo dire è che nel 2013 non ci sarà un cambiamento del trend del mercato pubblicitario rispetto agli ultimi sei mesi del 2012″.


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