Il partito di estrema destra, AfD, è in continua ascesa da diverso tempo. Si trova in alcuni Parlamenti regionali come in Meclenburgo o in Brandeburgo. Si è radicata sul territorio e si è spostata sempre più a destra. Una destra nazionalista, xenofoba, omofoba e revisionista. Secondo gli ultimi sondaggi (al 22.09.2017), AfD è data tra il 9% (FORSA) e il 12% (INFRATEST).
DUE NOTIZIE SUI CONTENUTI
Il programma di AfD, che ha anche una versione solo audio sulla propria homepage, è snello. Presentato in forma completa e ridotta con delle slides.
Il primo blocco di argomenti riguarda” la democrazia in Germania” e tutto ruota attorno alla necessità di riconquistare la sovranità persa. Alcune proposte vorrebbero modificare l’assetto istituzionale, con l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, per esempio; e con l’introduzione di Referendum propositivi come in Svizzera. Un modo per promuovere la democrazia diretta.
Il secodondo blocco riguarda il tema “euro, soldi e politica finanziaria” e il cuore della questione è, semplicemente, che la Germania deve abbandonare l’euro e uscire dall’UE. Poiché non possono pagare i debiti di altri paesi. Il ritorno quindi a una moneta nazionale e un assicurazione per i cittadini che si concretizza nel ritiro dell’oro della Germania dalle banche degli altri Paesi. Infine, tra le altre cose, AfD sostiene l’utilizzo senza limiti del contante.
Il terzo blocco include diversi capitolo: “sicurezza e politica estera”, “sicurezza nazionale” e “migrazione e asilo”.
Le proposte sottolineano la necessità di mettere “Germany first” per usare lo slogan alla Trump. Ogni decisione di politica estera deve difendere gli interessi della Germania. Rigetto per l’idea di un’armata europea e il rifiuto di “prestare” soldati tedeschi alle iniziative di altri Paesi. Interessante la difesa delle relazioni con la Russia e il rigetto di sanzioni. Infine, il rifiuto dell’ingresso della Turchia nell’UE.
Su questo è interessante osservare che, consapevoli che non accadrà mai, o non a breve termine, che la Germania esca dalla UE, loro ragionano comunque in termini di politica comunitaria, e infatti pongono paletti alle scelte di ingresso di un paese terzo.
Un paragrafo è dedicato alla cooperazione internazionale: invece di fare trasferimenti economici, AfD propone di aprire il proprio mercato ai prodotti dei Paesi in via di sviluppo. Per quanto riguarda i trattati di libero scambio, AfD è contraria a CETA e TTIP.
Infine, il cavallo di battaglia di AfD: la difesa dei propri confini contro l’arrivo anche di migranti. Intesi come minaccia. Infatti, propongono restrizioni al diritto d’asilo, zero ricongiungimenti familiari, un no secco alla doppia cittadinanza. Un argomento tocca i minori non accompagnati, visti come costo insostenibile. E poi c’è la questione della criminalità giovanile: per combatterla, nessun programma educativo, ma l’incarcerazione a partire dai 12 anni di età.
Per la sicurezza interna, poi, AfD vuole il rafforzamento del corpo di polizia, e contestualmente la facilitazione per privati cittadini di avere un’arma per la difesa personale.
I temi sarebbero ancora tanti, ma abbastanza semplici. Li si trovano nelle varie dichiarazioni di esponenti politici e giornalisti. Mi ha colpito, però, una parte, sulla “willkommenskultur” ossia sulla “cultura dell’accoglienza” che non riguarda i migranti, ma i tedeschi, i bambini. Qui tutta la retorica della famiglia tradizionale, del ruolo del “padre” e della “procreazione”. Un piano di ripopolamento tedesco che contrasti con quello degli “stranieri”.
LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE
I messaggi che si leggono nel programma, una quantità impressionante, sono facili da capire. Leggeri. La capacità di AfD di tradurre concetti in messaggi semplici, anche dal punto di vista grafico, è eccellente. I manifesti della AfD sono dal punto di vista della comunicazione quelli più efficaci. Colpicono chiunque. Non possono non essere notati e trasmettono informazioni doppie: scritta e immagine costruiscono insieme il messaggio. E arrivano esattamente dove vogliono arrivare.
Sotto questo aspetto non è possibile dire niente, se non che sono maestri della manipolazione delle immagini, delle informazioni e delle notizie: anche per questo in un paragrafo del loro programma si parla, per esempio, della libertà di espressione totale, in internet come altrove, e il rigetto di ogni forma di censura (fino a quando riguarda loro, poi ho il dubbio che cambiano idea, se arrivano dove vogliono arrivare. Come in un tempo non troppo remoto).
Guardiamo però un po’ di immagini, e sarà tutto più chiaro:
La prima immagine parla da sé. Ma la frase di accompagnamento dice: “I Burka? Noi siamo per i Bikini!” e sotto “Abbi fiducia in te, Germania!”. L’immagine colpisce donne e uomini, ma il target è il pubblico maschile soprattutto. Secondo alcuni sondaggi, infatti, AfD ha un elettorato prettamente maschile di mezza età così come tra i militanti (le donne sono appena il 16%).
La seconda immagine che ritrae una donna bianca (tedesca) incinta è accompagnata dalla frase: “Nuovi tedesci? Facciamo da soli”. In riferimento alle politiche di riproduzione. Un richiamo, nemmeno tanto velato, a quell’idea della razza pura, che sempre più torna di moda negli ambienti della destra tedesca.
La strategia di comunicazione di AfD è semplice, ma molto efficace. La retorica AfD è ruota tutta attorno alla contrapposizione tra “noi” e “loro”. Dove questi “noi” e “loro” acquistano di volta in volta significati diversi. Interessante, per esempio, l’intervista rilasciata il 20 settembre dalla Capolista e nuova Co-Presidente del Partito, Alice Weidel sul tema”omosessualità”.
AfD è sicuramente un partito conservatore e che promuove la famiglia tradizionale. Alice Weiderl è lesbica. E nella sua intervista gli omosessuali diventano parte del “noi”. Anche se un noi di secondo piano, un noi concesso quasi a tortocollo. Ma è importante capire in che modo quel noi è costruito: votateci, noi siamo gli unici che possono proteggervi. Fidatevi, io sono lesbica. Fidatevi. Il nemico è l’islam. E non è una retorica che non colpisce, anzi. Molte persone omosessuali saranno probabilmente convinti che con un aumento di persone musulmane la loro sicurezza sarebbe compromessa. E allora, quel “noi” appare come affidabile e presente.
Infine, lo spot-elettorale di AfD. Con i due candidati, Wiedel e Gauland, che parlando della necessità di “riprendersi il Paese”, di “avere un partito che protegga i tedeschi” e che solletica con una musica rock e con immagini chiare i “nemici”. Delle donne col Burka e la scritta “sono già qua!”. Una propaganda della paura. Una propaganda “conto”.
https://www.youtube.com/watch?v=Y5OUKddkpkA
IN CONCLUSIONE
AfD cresce. I suoi messaggi semplici, efficaci, arrivano alla gente e a livello nazionale è data quasi pari a Die Linke, a cui contende il terzo posto. Una retorica basata sulla contrapposizione tra “noi”, buoni e puri, e tedeschi, e tutti gli “altri”: gli impuri, i pericolosi, i migranti, gli islamici (perché usano proprio questo concetto). Il tutto legato alla questione della sicurezza e del rischio di essere “sostituiti” letteralmente. Da qui il bisogno di una politica della procreazione tedesca (facciamo da noi!).
Un partito che scivola pericolosamente sempre più verso un revival del nazismo: Gauland, il co-presidente di AfD, in un recente discorso ha infatti detto, di nuovo, che la Germania non può continuare a vivere nel ricordo di un passato vissuto con vergogna (!), ma che deve essere fiera dei propri militari delle due guerre mondiali. Poco prima un altro esponente di AfD aveva criticato la presenza del memoriale agli ebrei nella capitale federale.
AfD entrerà sicuramente nel Bundestag. E con una % di voti importante. Sarà una scossa alla vita politica del Paese. Idee pericolose, oltre il populismo di destra che conosciamo, che ricordano momenti di una storia che giustamente, dico, è vissuta con vergogna, stanno tornando a diffondersi nella popolazione e ora avranno una cassa di risonanza ancora maggiore. Cercheranno di ri-affermare quelle posizioni attraverso i processi democratici di questo Paese.
Non c’è da star tranquilli. I partiti tradizionali devono reagire, cambiando rotta rapidamente. Il rischio di una loro ulteriore crescita è concreto. Nessuno avrebbe pensato, nel 2013 a questo scenario. Eppure, dopo nemmeno 5 anni, eccoci qua.