Il ministro degli Esteri Angelino Alfano, ha tenuto a battesimo ieri alla Farnesina, a Roma, “Health in Italy”, il network che ha mosso i primi passi al policlinico universitario Campus biomedico di Roma, promosso dal ministero degli Esteri, della Salute e dal Mibact, che riunisce le strutture sanitarie italiane di eccellenza che operano nel medical tourism. L’idea è di vendere le eccellenze del nostro Paese ai pazienti extra-Ue.
CHI PARTECIPA
Nel network Health in Italy – si legge sul Sole 24 Ore – sono finora entrate sia strutture pubbliche che privati: l’azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, l’Azienda provinciale per i Servizi sanitari di Trento, la Fondazione Poliambulanza, l’Humanitas Research Hospital, il Policlinico Universitario Campus Bio-medico, il C.O.T. di Messina, il Centro Chirurgico Toscano, l’Ismett e il Gaslini. Ma molti altri – spiegano i promotori – hanno fatto richiesta di entrare e sono attualmente in fase di valutazione.
LE PAROLE DI ALFANO
“Il turismo medico parte da lontano – ha detto Alfano – , da quando dal sud Italia si andava negli ospedali del nord per curarsi. Oggi l’Italia per la qualità della Sanità (ospedale e cliniche) è al nono posto nel mondo e al quarto in Europa. E non parliamo di salute in senso stretto, ma della pienezza del buon vivere, della cucina, dei prodotti alimentari, senza tralasciare le bellezze storiche e paesaggistiche di cui siamo circondati. Tutti plus che fanno del nostro paese una destinazione d’eccellenza per il Turismo sanitario”.
IL COMMENTO DI FEDERTERME
“L’incontro odierno al ministero degli Affari Esteri di presentazione del progetto ‘Health in Italy’, sulla qualità del sistema sanitario italiano, turismo e attrattività dei territori ha consentito – ha spiegato Aurelio Crudeli, direttore generale di Federterme Confindustria, la Federazione rappresentativa di tutte le terme italiane presieduta da Costanzo Jannotti Pecci (in foto) – di verificare una larga e positiva adesione che dovrà essere implementata con il contributo delle Istituzioni e stakeholders presenti, interessati a cogliere l’opportunità di promuovere all’estero l’offerta di turismo sanitario di qualità italiana”.
“Come Federterme – ha proseguito Crudeli – ci siamo occupati di mobilità transfrontaliera già dalle prime sentenze della Corte di Giustizia UE, nel 1998, sulla libera circolazione delle prestazioni sanitarie fino a quando, nel 2011, è arrivata la Direttiva sulla mobilità sanitaria transfrontaliera considerata un’opportunità per tutto il turismo sanitario”.
“La certezza – continua il dg di Federterme – è che vi è oggi un significativo mercato ‘aggredibile’ anche per le prestazioni termali, che ricordo essere di natura strettamente sanitaria e che anzi, dal 2014 sono ora considerate uno strumento a disposizione anche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, grazie al progetto di ricerca Hydroglobe realizzato dalla FORST, la Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale, che Federterme ha costituito nel 2003”.
“Il tema delle cure termali nel quadro del turismo della salute è stato anche uno dei temi trattati dal Tavolo tecnico per il rilancio e sviluppo del settore termale, istituito dal Ministero della Salute, e come Federterme – ha proseguito Crudeli – siamo convinti che sia arrivato il momento per dare attuazione piena e utile al Protocollo già sottoscritto con tale Ministero”.
“Gli Accordi bilaterali conclusi dal Ministero della Salute con i Paesi interessati, Scandinavia, Nord Europa e Paesi del Golfo, insieme alla formazione in loco degli operatori sanitari rispetto alle opportunità che il sistema termale può offrire – ha concluso Aurelio Crudeli – sono a nostro avviso i primi passaggi necessari per attivare e promuovere un progetto di turismo della salute espressione del sistema termale italiano”.