Martin Schulz l’aveva detto già la sera del 24 settembre, il giorno della grande sconfitta elettorale. A chi temeva che la decisione dell’Spd di andare all’opposizione rendesse impossibile la formazione di un altro governo stabile, aveva detto: “Niente paura, Merkel pur di guidare anche questa legislatura sarà disposta a concedere tutto e di più”. E stando all’accordo preliminare raggiunto questa domenica tra Cdu e Csu, pare abbia avuto ragione.
Gli ostacoli più grandi alla formazione di una nuova coalizione di governo venivano individuati la sera delle elezioni nel compito di trovare posizioni di compromesso tra i liberal-conservatori dell’Fdp e i riformisti di sinistra dei Verdi. Ma già pochi giorni dopo risultava evidente che il vero scoglio a una possibile coalizione Giamaica era costituito dai contrasti che hanno segnato in questi anni il rapporto tra i cristianosociali guidati da Horst Seehofer e i cristianodemocratici guidati da Angela Merkel. Contrasti che riguardano in primo luogo i migranti.
Seehofer subito dopo le elezioni ha fatto sapere che una coalizione con lui era possibile solo se Merkel si fosse finalmente piegata alla sua richiesta di indicare un numero massimo di migranti da accogliere annualmente; Merkel gli ha però sempre risposto picche. Motivo per cui Fdp e Verdi avevano fatto sapere che, senza un accordo preventivo tra Cdu e Csu (Unione), loro nemmeno si sarebbero scomodati ad aprire il tavolo delle trattative.
E così Cdu e Csu questa domenica si sono incontrati e accordati. Christiane Hoffmann, vice capo della redazione berlinese dello Spiegel commentava così l’accordo raggiunto: “Eureka! Il diritto d’asilo non viene toccato e nemmeno la Convenzione di Ginevra, infine nessuno verrà ricacciato indietro alle frontiere. Ciò nonostante, d’ora in poi potranno entrare in Germania non più di 200mila migranti all’anno, a meno che per motivi eccezionali non ne arrivino di più. Si potrebbe dunque dire: un’eccellente quadratura politica del cerchio, non fosse che, il fine del compromesso raggiunto, non sia quello di risolvere il problema dei richiedenti asilo, dei profughi, dei migranti ma, come Merkel stessa ha dichiarato ‘far sì che nessuna delle parti debba rinnegare quanto detto in precedenza’. Tradotto: impedire che Merkel e Seehofer perdano la faccia. A questo punto c’è solo da augurarsi che i cittadini non se ne rendano conto. Personalmente temo però, che una politica soddisfatta di sé perché capace di realizzare una quadratura del cerchio non finalizzata alla risoluzione dei problemi veri, non faccia altro che aumentare il consenso per i nazionalisti dell’AfD”.
La Süddeutsche Zeitung, già qualche giorno prima dell’incontro di questa domenica, osservava che mai i “fratelli” Cdu e Csu si erano ritrovati su posizioni così lontane. Una distanza cresciuta nel tempo, man mano che Merkel si spostava verso il centro e si allontanava dai valori più conservatori. Un “tradimento” rimarcato, vieppiù ossessivamente da Horst Seehofer. Soprattutto dopo il pessimo risultato elettorale portato a casa anche dalla Csu il 24 settembre scorso. Un risultato che l’ha messo terribilmente nella stessa poltrona di Seehofer. C’è chi tra i grandi vecchi del partito gli ha addirittura pubblicamente consigliato di fare un passo indietro, di cedere la guida della Csu, anche in previsione delle elezioni regionali che si terranno tra un anno. “La Germania necessiterebbe ora velocemente di un governo, possibilmente anche forte” commentava la SDZ. “Il successo elettorale dell’AfD mette il Paese di fronte a nuove sfide. Poi c’è l’Europa, dove le cose non è che vadano meglio. Quisquiglie a quanto pare per il Paese più importante dell’Ue, dove tutto è fermo perché prima Cdu e Csu devono ritrovare punti di intesa e di reciproca sopportazione. (…) Il che mette a nudo la bugia sulla quale si è fondata la campagna elettorale appena conclusasi. Allora si parlava della grande armonia e concordanza su più o meno tutto tra Cdu e Csu”.
Una bugia che è stata sottolineata anche dal Frankfurter Allgemeine Zeitung. “Come vogliano altrimenti definire ‘tetto massimo’ se l’espressione ‘tetto massimo’ non va più usata?” si chiedeva ironicamente il commentatore. “Ai tedeschi però poco importa delle definizioni, tanto invece del fatto che il governo torni ad avere il controllo sulla migrazione”.
Per chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, può dare ragione al canale radiofonico Deutsche Welle, secondo il quale (non senza però un pizzico di appuntita ironia) con l’incontro di domenica un po’ di passi nella giusta direzione sono stati fatti: primo, “l’Union può ora tornare a presentarsi unita, come suggerisce il nome; secondo, la Csu può mettersi subito al lavoro per rastrellare tutto ciò che di democraticamente legittimato si trova alla propria destra ”; terzo, “aver disinnescato la miccia Seehofer, lascerà a Merkel più forza, e gliene servirà molta, per disinnescare ora quelle dei Verdi e dei liberali, e condurre così in porto e in acque sicure la coalizione Giamaica”.
Già, ma tutto ciò quando dovrebbe avvenire? C’è chi giura non prima di Natale, chi invece pensa che dopo l’accordo di questa domenica tra Merkel e Seehofer, tutto procederà molto più velocemente. Ovviamente dopo le elezioni regionali in programma domenica 15 ottobre nella Bassa Sassonia.