“È importante l’Accordo di Parigi sul clima da cui per disgrazia alcuni si stanno allontanando”. È quanto ha detto tra l’altro nel suo intervento alla Fao per la Giornata mondiale dell’alimentazione, quest’anno intitolata “Cambiare il futuro della migrazione. Investire nella sicurezza alimentare e nello sviluppo rurale”, Papa Francesco. Bergoglio ha attribuito alle guerre, ai conflitti e ai cambiamenti climatici le principali colpe della fame nel mondo: “Si tratta di presupposti importanti per garantire la sicurezza alimentare, ma anche per evitare le migrazioni”, ha detto il Pontefice dinanzi al direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, il commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan, e ai ministri dell’Agricoltura del G7.
L’ACCORDO DI PARIGI
Parlando della relazione tra fame e migrazioni e facendo implicitamente riferimento alle parole del presidente Usa Donald Trump, Bergoglio ha detto che per sconfiggere la fame “è importante l’Accordo di Parigi sul clima da cui per disgrazia alcuni si stanno allontanando”.
IL PATTO PER UNA MIGRAZIONE SICURA
Per il Papa “il Patto mondiale per una migrazione sicura, regolare e ordinata” al quale stanno lavorando le Nazioni Unite richiede “una azione intergovernativa coordinata e sistematica di accordo con le norme internazionali esistenti”, ma “impregnata di amore e intelligenza” e “il suo obiettivo è un incontro dei popoli” “e non l’esclusione né la vulnerabilità”.
LA VULNERABILITÀ DEI MIGRANTI
Il “dibattito sulla vulnerabilità” causa divisioni a livello internazionale quando si parla di immigrati, ma per il Papa sono inaccettabili “sofismi linguistici che non fanno onore alla diplomazia, riducendola ad arte del possibile o a un esercizio sterile per giustificare egoismi e inattività”. Il migrante è “vulnerabile”, ammonisce il Papa, perché costretto “da violenza, situazioni naturali, o peggio, da indifferenza, intolleranza, o escluso dall’odio”.
COME SUPERARE I CONFLITTI
Per “superare i conflitti”, causa di migrazioni e di denutrizione per milioni di essere umani, serve “un impegno totale a favore del disarmo graduale e sistematico previsto dalla Carta delle Nazioni Unite, come per rimediare alla funesta piaga del traffico di armi”.