Ora l’imperativo è più che mai scavallare le elezioni, per non ritrovarsi in piena campagna elettorale con la grana degli esuberi legati alla cessione di Alitalia a Lufthansa, l’unica al momento percorribile ma anche piuttosto impopolare.
L’OFFERTA LUFTHANSA
Il fatto è che ieri, giorno ultimo per la presentazione delle offerte vincolanti, quella arrivata dalla compagnia tedesca è subito apparsa la più concreta, ma anche la più simile alla vecchia proposta Ryanair, giudicata a suo tempo irricevibile dai sindacati (e poi non più formalizzata per i problemi sopraggiunti della low cost irlandese). La «nuova Alitalia» ipotizzata da Lufthansa, infatti, circoscrive l’interesse a parte delle rotte di lungo raggio, allargandola ad alcuni dei voli point-to-point in Europa e in Italia. Somiglia pericolosamente, cioè, al famigerato spezzatino che si voleva evitare.
IL LAVORO DEI COMMISSARI
Nessun dettaglio è stato ufficialmente comunicato per il vincolo di riservatezza assunto dai tre commissari straordinari, Luigi Gubitosi (nella foto), Enrico Laghi e Stefano Paleari, «L’offerta comprende una proposta per una nuova struttura di Alitalia con modello di business focalizzato («Nuova Alitalia»), che potrebbe dare origine a prospettive economiche nel lungo termine», si limitano a dire da Lufthansa.
LE INDISCREZIONI
Ma secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l’interesse è in particolare per le rotte da e per Linate, mentre Fiumicino potrebbe diventare uno degli hub satellite che hanno caratterizzato la rete Lufthansa con le acquisizioni di Brussels Airlines (Bruxelles), Swiss (Zurigo) e Austrian Airlines (Vienna), lasciando centrali Francoforte e Monaco. I tre vettori sono stati risanati ma a prezzo di grandi sacrifici. Anche air berlin sta pagando un prezzo altissimo in termini di esuberi, visto che due terzi dei dipendenti non rientrerà nell’acquisizione da parte di Lufthansa. Inoltre, non ci sarebbero garanzie sui debiti di Alitalia, che ammontano a 3 miliardi di euro, né sul rimborso del prestito ponte, che invece Lufthansa ha accettato di accollarsi nel caso di air berlin (150 milioni).
IL GOVERNO E I TEMPI
Il tema, insomma, è scivoloso e per questo il governo ha giocato leggermente d’anticipo sulla scadenza di ieri, concedendo ai tre commissari straordinari una proroga di sei mesi, dal 5 novembre al 30 aprile, per «l’espletamento delle procedure di cessione dei complessi aziendali facenti capo ad Alitalia e delle altre società del medesimo gruppo in amministrazione straordinaria». Ma la vera scadenza è dopo le urne, anche se si finisse a votare a giugno invece che a marzo 2018, perché in realtà ci sarà tempo ancora fino al 30 settembre per arrivare al closing. Lo lascia intendere l’allungamento del prestito ponte, nel frattempo rimpolpato da 600 a 900 milioni «per garantire la continuità del servizio di trasporto aereo sino all’effettivo trasferimento dei complessi aziendali».
LA CORSA DI EASYJET
I tempi supplementari hanno tenuto in corsa anche EasyJet, sul punto di sfilarsi e trattenuta dall’azione dei commissari. Ma la low cost britannica è interessata a una piccola parte della flotta e degli slot, e lascia intendere di pensare già al dietrofront. «Non c’è certezza sul fatto che si vada avanti con una transazione ed EasyJet fornirà un ulteriore aggiornamento a tempo debito se e quando sarà ritenuto idoneo», spiegano dalla compagnia.
(Estratto di un articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)