E alla fine qualcuno, tra il profluvio di dichiarazioni e giudizi sul voto in Italia, ha toccato il tasto dolente, ovvero ha detto la verità: l’Italia anche dopo le elezioni non potrà non dipendere economicamente e finanziariamente dalla Bce. Anzi, l’istituto centrale con sede a Francoforte presieduto da Mario Draghi è l’unico a poterci da un lato dare sollievo e dall’altro concedere tempo per una auspicata ripresa economica.
E una parola chiara, al di là di valutazioni politiche o diplomatiche, è giunta non a caso dalla Germania. Dopo il voto “l’Italia dipende piu’ che mai dalla Bce, dalla sua politica di bassi tassi d’interessi e dalla disponibilità, nel caso dei casi, a comprare i bond italiani o di altri Paesi periferici” dell’eurozona. Lo ha scritto il capo-economista di Commerzbank, Joerg Kraemer, in un intervento per il quotidiano economico tedesco Handelsblatt.
Secondo Kraemer in Italia “una maggioranza di elettori sostiene partiti che non lavorano costruttivamente a una soluzione dei radicati problemi” del Paese: oggi “le riforme urgentemente necessarie sono piu’ improbabili che mai”, rendendo cruciale il ruolo dell’Eurotower.
“La Bce ha grandi risorse e le riuscirà di tenere insieme l’unione monetaria nonostante non si proceda nelle riforme”, ha aggiunto. “Ma un salvataggio fatto stampando denaro ha il suo prezzo”: per Kraemer “a lungo termine c’è la minaccia di un aumento dell’inflazione, un euro più debole e meno dinamismo economico”.
Secondo il banchiere ‘il rifiuto dell’Italia di procedere nelle riforme purtroppo fa prevedere che il Paese continuerà ad arretrare economicamente”. Tuttavia nei prossimi giorni Kraemer non si attende “un’escalation della crisi dei debiti sovrani, come a meta’ del 2011”.