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La lezione di Bernanke sulle elezioni in Italia

Banche, Europa, Italia. Non solo America, dunque, nelle esternazioni di oggi del governatore della Fed, Ben Bernanke, che però ha mostrato una non perfetta conoscenza delle tesi di alcune forze politiche italiane come ad esempio il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Ma andiamo con ordine.

Il commento al voto italiano

Le elezioni italiane fanno parte dei fattori di instabilità in arrivo dall’Europa, ma “negli ultimi due anni i rischi finanziari sono inferiori rispetto a due anni fa”. Lo ha detto Ben Bernanke, il governatore della Federal Reserve nel corso della sua testimonianza al comitato Bancario al Senato.

La situazione europea

Il presidente della banca centrale ha parlato della Banca centrale europea, che “ha fatto passi importanti e aiutato a ridurre i rendimenti” dei titoli di stato dei Paesi periferici.

Certo è, ha proseguito Bernanke, che “l’Europa è in recessione e la disoccupazione cresce”. Il governatore ha anche sottolineato quanto “il mercato europeo sia importante per noi e lo abbiamo notato sul fronte delle esportazioni” americane, in calo verso il Vecchio Continente.

Il peso del debito italiano per gli Usa

“L’esposizione delle nostre banche [americane] al debito italiano è moderata. Di per sé non pone danni al nostro sistema finanziario”, ha detto il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke nel corso della sua testimonianza al comitato Bancario al Senato, rispondendo alla domanda del senatore democratico di New York Chuck Schumer sull’esposizione delle istituzioni finanziarie americane verso il debito italiano, soprattutto all’indomani di una brutta giornata a Wall Street dovuta alle elezioni politiche in Italia.

Il giudizio di Bernanke sull’Italia

“L’attuale deficit dell’Italia non è molto ampio ma ha un debito in circolazione molto alto. Ci sono insomma molti titoli di Stato italiani in giro per il mondo”, ha puntualizzato il governatore. In riferimento al tonfo ieri a Wall Street, Bernanke ha aggiunto che “il mercato reagisce innanzitutto all’incertezza, non sa quale strada il governo italiano prenderà”.

Bernanke poco al corrente di Grillo

“Non sono un esperto di politica italiana, ma non credo che nessuno dei candidati abbia rifiutato in modo categorico la permanenza nell’euro o il mantenimento di politiche richieste all’Italia per restare nell’Eurozona”, ha continuato Bernanke mostrando in realtà di non sapere per esempio che il programma del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo invoca, come scritto in un recente studio di JP Morgan Chase, “esplicitamente l’uscita dall’euro”, “un referendum sull’adesione all’Eurozona” e definisce la valuta europea un ‘lusso’ che l’Italia ‘non può più permettersi'”.

Sottolineando che si trattava solo di un discorso ipotetico, Bernanke ha detto che “timori seri sulla capacità dell’Italia di restare nell’euro potrebbe avere impatti più ampi su altre asset class come azionario, rendimenti di titoli di stato nel mondo, titoli bancari. Questi effetti sarebbero più imprevedibili e più preoccupanti probabilmente dell’esposizione diretta al debito italiano”.

 Lo stato del sistema bancario europeo 

“Il sistema bancario europeo è più debole” di quello americano ma “anche in Europa, come negli Stati Uniti, si è nel processo di implementare Basilea III”, ha sottolineato Bernanke nel corso della sua testimonianza al comitato Bancario al Senato.

La Fed continuerà a pompare denaro

La Federal Reserve continuerà il programma di acquisto di bond. L’idea è che i benefici della politica monetaria accomodante della banca centrale americana superano gli eventuali rischi. E’ quanto si legge nella testimonianza scritta dal governatore dell’istituto Ben Bernanke in occasione dell’audizione alla Commissione Bancaria del Senato.

La Federal Reserve valuta “molto seriamente” i potenziali rischi legati al cosiddetto quantitative easing, ossia le mosse straordinarie di politica monetaria adottate dalla banca centrale per sostenere la ripresa dell’economia dopo la peggiore crisi dalla Grande depressione degli anni ’30. E’ quanto si legge nella testimonianza scritta dal governatore dell’istituto Ben Bernanke in occasione dell’audizione alla commissione Bancaria del Senato. Il numero uno della Banca centrale americana domani testimonierà davanti alla commissione Finanza della Camera, nell’ambito della due giorni di testimonianze semestrali in Congresso.

L’effetto sequester

“Dato il passo ancora relativamente moderato della crescita economica, questo addizionale peso sulla ripresa è significativo” tanto che rischia di ridurre la crescita economica dello 0,6%. Facendo riferimento all’impatto dei tagli automatici alla spesa, noti come sequester, pronti a scattare il primo marzo prossimo, il numero uno della Federal Reserve Ben Bernanke mette in guardia i legislatori nel corso della sua testimonianza di fronte alla commissione Bancaria del Senato. Il numero uno della Banca centrale americana domani testimonierà davanti alla commissione Finanza della Camera, nell’ambito della due giorni di testimonianze semestrali in Congresso. Bernanke ha spiegato che i tagli da 85 miliardi di dollari per il 2013 pronti a scattare venerdì prossimo dovrebbero essere sostituiti con “politiche che riducono il deficit federale in modo più graduale nel breve termine ma in modo più significativo nel lungo termine”.

 



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