“Sono un figlio della guerra, ho imparato a mungere mucche a 8 anni”. Inizia così il racconto della vita dell’ex premier Silvio Berlusconi che si “confida” con un amico e collaboratore di vecchia data come Maurizio Costanzo. “Per convincerti a lasciare la Rai e a venire a Mediaset” – dice Berlusconi al presentatore – “ti ho accompagnato fino al treno e ti ho anche portato le valigie”. “Quando hai scelto di scendere in politica” – gli risponde di rimando Costanzo – “Ti ho detto che non ti avrei mai osteggiato ma che non ti avrei mai votato”. “Dammi tempo”, replica divertito l’ospite.
BERLUSCONI: “MARINA MIA EREDE POLITICA? NE ABBIAMO PARLATO SOLO PER ESCLUDERLO”
Il faccia a faccia con l’ex presidente del Consiglio ha fatto guadagnare a “L’Intervista”, programma della seconda fascia oraria, la prima serata su Canale 5. Nella prima parte delle quasi due ore di trasmissione Silvio Berlusconi parla della sua vita privata e della sua famiglia. Un percorso lungo 81 anni, affollato dalle numerose figure che hanno popolato la vita del Cavaliere ma sulle quali troneggia quella di Mamma Rosa. “Quando scelsi di impegnarmi in politica mia madre mi disse che non era d’accordo ma che non avrebbe riconosciuto in me l’uomo che aveva cresciuto se, sentendo la necessità di prendere quella decisione, mi fossi fatto fermare dalle difficoltà. E così feci”. È una famiglia numerosa quella dell’ex presidente del Milan: due matrimoni, 5 figli e 10 nipoti. “Sono un patriarca ormai”, dice orgoglioso e non c’è ombra di tristezza quando si rievocano i due matrimoni falliti alle spalle e l’attuale, inconsueta, situazione sentimentale. “Non voglio parlare delle mie ex mogli ma solo di Francesca che è una ragazza bella fuori ma ancora più bella dentro e alla quale voglio molto bene”. Vita privata e vita pubblica sono intrecciate in maniera vorticosa nella storia di Berlusconi, tracimando spesso l’una nell’altra. “Mia figlia Marina mia erede politica? Sì, ne abbiamo parlato ma solo per escluderlo tassativamente” – dice il Cavaliere – “ne hanno parlato molto gli altri a sproposito, ma io non accetterei mai che uno dei miei figli subisse tutto quello che ho dovuto subire io essendo in politica”.
IL CONFLITTO TRA BERLUSCONI E MAGISTRATURA
Berlusconi sembra non del tutto a suo agio quando rievoca il suo passato, seppur costellato di successi: Milano 2, l’intuizione delle tv commerciali e il Milan più vincente di sempre. La parte del “grande vecchio” che, con il suo esempio, traccia la strada a chi c’è già dopo di lui gli sta stretta. Tanto che la seconda parte della trasmissione, quella in cui con il presentatore affronta temi a lui cari come il conflittuale rapporto con la magistratura, le dimissioni forzate del 2011, la politica internazionale e il suo futuro da regista del centrodestra, lo vede in una veste più brillate. “Ho subito 74 processi. Ho partecipato a 3667 udienze ed ho ricevuto una sola condanna per frode fiscale” – ruggisce Berlusconi -. “A causa di questo accanimento devo dedicare ogni settimana due pomeriggi per discutere con i miei avvocati. Nel corso degli anni ne ho dovuti ingaggiare 105”. Non usa mezzi termini quando ricorda la sua “caduta” nel 2011. “Quello del 2011 fu il quarto colpo di Stato ai danni dei cittadini italiani, dopo ‘Manipulite’, la fine del mio governo nel 1994 e le elezioni del 2006, perse per 24mila voti” – ricorda l’ex premier -. “Nel 2011 ci fu un vero e proprio colpo di Stato con la regia dell’allora Presidente Giorgio Napolitano, non gli era riuscito l’anno precedente con Gianfranco Fini gli riuscì nel 2011. In quel novembre io mi ritrovai a Cannes sotto accusa da parte di tutti i leader europei. Mi dicevano che l’Italia era sull’orlo del baratro e non aveva i fondi per pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici. Dovetti dimostrare che non era vero, ma non servì a nulla. Solo Obama era dalla mia parte”.
LA “DIPLOMAZIA DELL’AMICIZIA” E IL RAPPORTO SPECIALE CON PUTIN
La “diplomazia dell’amicizia” è uno dei tratti distintivi della politica estera condotta da Silvio Berlusconi: “Obama è stato un bravissimo presidente, ha commesso solo un errore: si è fatto convincere da Sarkozy a fare fuori Gheddafi che era sì un dittatore ma ormai l’avevamo addomesticato. Dalla disgregazione della Libia è derivata l’instabilità di tutto il Nord Africa di cui ne paghiamo le conseguenze ancora oggi”. Se con Trump i rapporti sono tiepidi, “non lo conosco ma abbiamo amici in comune”, è Vladimir Putin il leader con il quale Berlusconi ha un rapporto speciale. “Putin è il leader numero uno al mondo. La Russia è una grande nazione che aveva meritato di sedersi al tavolo delle potenze occidentali per la sua forza e per la sua storia. Invece si è deciso di invertire la rotta comminando pretestuose sanzioni economiche. Io posso solo confidare in Putin quando penso che la Corea del Nord ha la bomba atomica. Dobbiamo tornare allo spirito di Pratica di Mare quando riuscimmo a porre fine alla Guerra Fredda” – sottolinea duramente Berlusconi.
BERLUSCONI: “L’87% DEI GRILLINI NON HA MAI COMPILATO UNA DICHIARAZIONE DEI REDDITI”
E poi il futuro, finalmente. “Vinci stavolta?”, chiede Costanzo parlando delle prossime elezioni politiche – “Penso di sì, c’è un’atmosfera molto favorevole intorno a me”. La preoccupazione maggiore del Cavaliere sono i grillini. “Sono pauperisti, nutrono odio nei confronti del ceto medio e l’87% dei loro parlamentari non ha mai compilato una dichiarazione dei redditi, significa che non hanno mai lavorato. Nel loro programma, quello vero, c’è l’imposizione di una patrimoniale e della tassa di successione al 45%” – spiega Berlusconi – “Io ho paura della loro incapacità che dimostrano nella amministrazioni che governano”. Berlusconi si attribuisce un’unica colpa: “Non sono mai riuscito a convincere il 51% degli italiani a darmi fiducia. Ma questo è il tempo per chiederla perché i Cinque Stelle sono un pericolo assolutamente grave”. La ricetta alternativa di Berlusconi ricorda quella nel 1994: “Bisogna cambiare il nostro Paese con una riorganizzazione scientifica della macchina dello Stato che coinvolga anche società specializzate. Dobbiamo contrastare l’oppressione burocratica, l’oppressione fiscale e l’oppressione giudiziaria e percorrere la strada dello sviluppo e del benessere”.
Purtroppo gli impegni elettorali siciliani hanno impedito a Silvio Berlusconi due battute su fatti gustosi avvenuti quando ormai la trasmissione era già stata registrata. Il primo è l’ennesimo risultato insoddisfacente del “suo” Milan contro una non temibilissima AEK Atene: “È una sofferenza, allo stadio non ci vado più“. Il secondo è l’invito a mezzo twitter di Luigi Di Maio a Matteo Renzi per un confronto in tv. “Renzi? Non lo sento da diversi mesi. Mi chiamò lui”. Per una replica anche a Di Maio è solo questione di tempo.