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L’esperimento di Sky per avvicinare il pubblico all’arte contemporanea

Fiori che si potrebbero raccogliere in qualsiasi campo, un orinatoio simile a quello degli autogrill, un gonfiabile tipo il salvagente che si compra a un euro nel negozietto che sta a due passi dal mare. Cosa hanno in comune questi oggetti? Sono opere d’arte. Nell’ordine di Marcel Duchamp, Andy Warhol, Jeff Koons: grandi artisti dell’età moderna.

I capolavori di Van Gogh sono noti a tutti, intenditori e non. Se poi si parla di impressionismo, espressionismo e dei vari Degas o Kandisky, è facile imbattersi in guru improvvisati della pittura. In verità, dell’arte contemporanea si sa poco o nulla. È per pochi eletti perché apparentemente semplicistica, quasi scontata e fondata sulle idee.

Per conoscere più da vicino questo mondo elitario, rimasto a lungo sconosciuto ai “comuni mortali”, SkyArteHD – il nuovo canale della regina delle pay tv, nato solo quattro mesi fa – ha pensato di proporre al suo pubblico un programma innovativo e divertente, Potevo farlo anch’io, che andrà in onda per quattro settimane, tutte le domeniche, a partire dal 3 marzo. Gli spettatori saranno accompagnati  in un percorso che farà tappa in alcuni dei principali musei italiani (come ad esempio, Punta della Dogana di Venezia, e toccherà anche Milano e Varese). A guidarli saranno Alessandro Cattelan – che nonostante l’omonimia non ha nulla a che vedere con il più famoso Maurizio – e Francesco Bonami.

Cattelan è pronto a dimostrare di saper fare le stesse identiche cose che hanno reso illustri i grandi del Novecento. Bonami, grande esperto di arte, ha il compito di riportare il giovane conduttore di X Factor, con i piedi per terra e spiegargli cosa si cela davvero dietro quegli oggetti comuni, facilmente rintracciabili nella quotidianità di ciascuno di noi. La coppia scoppia (in particolare sulla riproduzione arrangiata di un Pollock), ma si diverte e permette di conoscere e imparare.

“Noi curatori dell’arte apprezziamo le opere d’arte e le facciamo conoscere, non ci sono criteri precisi per stabilire cosa effettivamente è un capolavoro e cosa no. Non è una questione di prezzo – fa sapere Bonami – piuttosto di significato. Quello che l’artista gli attribuisce”. Gli fa eco Cattelan: “Che una scatola di legno (quelle di Judd), o un cavallo (quello di Cattelan) siano delle opere d’arte l’ho scoperto piano piano. All’inizio ero molto diffidente, ma grazie al sapere che Francesco (Bonami, ndr) mi ha trasmesso, anch’io sono riuscito a comprendere la grandiosità di queste opere”. Bonami è felice di sfatare un po’ di cliché, di sdoganare un arte ancora così poco apprezzata.

Dalla rete fanno sapere che l’obiettivo di Potevo farlo anch’io è proprio quello di aprire a tutti, il mondo dell’arte contemporanea “difficile da raccontare se non hai un format eccellente e due mediatori straordinari” dicono gli addetti ai lavori. Dopo il ballo, il canto e la recitazione, un talent sull’arte? “Non è escluso – dice il direttore di SkyArteHD – ma sulla StreetArt. Dovrebbe partire a maggio. E presto per azzardarne uno sull’arte contemporanea, ancora un tantino snob e impopolare”.

 


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