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Come Antonio Di Pietro ara il terreno del centrosinistra in vista delle Politiche

Ha raccolto nove quintali di olive. Poi s’è fatto un selfie col figlio: “E’ l’Ulivo 3.0”. Antonio Di Pietro si divide tra il lavoro nei campi, i convegni e le apparizioni in tv. Sinora, l’ex magistrato di Mani pulite è rimasto alla larga dai palazzi della politica, che ha smesso di frequentare in seguito al flop di Rivoluzione civile e alle dimissioni da presidente dell’Idv nel 2013. Cinque anni dopo, Di Pietro, classe 1950, è pronto a rientrare nel giro. In un primo momento, pareva che l’ex ministro potesse candidarsi a governatore della sua regione, il Molise, ipotesi poi tramontata. Di Pietro, invece, s’è detto disponibile a correre per le politiche. A una condizione: il Pd e Mdp, i due partiti che, ha svelato lo stesso Di Pietro, gli hanno chiesto di candidarsi al parlamento, dovranno presentarsi alle elezioni del 2018 uniti.

IL POKER DEL CENTROSINISTRA

Nei giorni scorsi, Oggi ha dato la notizia di un incontro tra Di Pietro e Marita Comi, la moglie di Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere di Mapello che sta scontando l’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Di Pietro, però, preferisce parlare di politica. “Mi chiedete se sono il nuovo avvocato di Bossetti? No. Se sto dando una mano alla famiglia Bossetti? Sono un avvocato, quel che faccio coi miei clienti non lo posso rendere pubblico. Se c’è qualche speranza di riaprire il caso Bossetti? Parliamo di chi ha vinto a Ostia…”. E di chi, nel X Municipio di Roma, non è arrivato neppure al ballottaggio. Come il Pd, sconfitto anche alle regionali della Sicilia. “Mi sembrano assurde queste prese di posizione personali», ha detto Di Pietro a proposito dello scontro interno al centrosinistra tra i dem e i bersaniani. “Quando giochi a poker, per vedere se uno ha il poker o meno vai a vedere. Andando da soli abbiamo già perso. Che senso ha andare a votare un Mdp che si rinchiude in se stesso? Che senso ha dire di ricostruire la nuova sinistra? Siamo nel 2020, dobbiamo ricostruire un qualcosa di post-ideologico. Io le opinioni di Mdp le condivido tutte, ma per poterle realizzare occorre trovare un punto d’incontro”. Una convergenza che, se avvenisse, Di Pietro sarebbe pronto a rappresentare in Molise per le prossime politiche. “Non chiedo di avere un posto nel listino, dove scatta il posto e si viene eletti”, ha spiegato al periodico italo brasiliano Comunità italiana. “Io me la voglio giocare nel maggioritario, ma me la voglio giocare col centrosinistra unito e mi auguro che mi permettano di giocare”.

LA MOSSA DI INGROIA

“Non si spiega perché, pur nelle divergenze, non si riesca a trovare un punto di unità”, ha proseguito l’ex leader dell’Idv. “Nel mio Molise, gli altri due poli si presenteranno uniti, mentre nel centrosinistra sia il Pd, sia Mdp si sono dichiarati disponibili a candidarmi al maggioritario, ma ognuno solo per sé e non per l’altro. A quel punto succede che perdiamo tutti e vince quell’altro”. E a far vincere un altro, Di Pietro non ci sta. Concetto ribadito ad Agorà, su Rai Tre. “Potessimo stare tutti insieme, quello del Molise è un collegio che non regaleremmo alla destra”. Al contrario, “se l’offerta avviene l’uno contro l’altro, faccio il gioco di quegli altri, e a giocare per far vincere gli avversari politici io non ci sto”. Nel 2013, l’ex ministro si presentò alle politiche con Rivoluzione civile, il partito di un altro ex magistrato, Antonio Ingroia. Il risultato alle elezioni fu deludente: col 2,2% alla Camera e l’1,8% al Senato, Di Pietro restò fuori dal parlamento per la prima volta dal 1997. Ora, Ingroia ha fondato un nuovo movimento popolare, La mossa del cavallo, mentre Di Pietro aspetta l’eventuale riavvicinamento tra il Pd e Mdp per candidarsi al parlamento nel collegio del Molise. Nel frattempo, raccoglie i frutti del suo Ulivo 3.0.



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