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Ecco come Vitrociset smentisce la vendita a Di Murro

“Non esiste alcuna trattativa né accordo con il Sig. Antonio Di Murro, o con società a quest’ultimo riconducibili, avente a oggetto la cessione, diretta ovvero indiretta, di azioni della Vitrociset”. Lo hanno ribadito oggi, in una nota, gli azionisti della società Croci International II BV e della Ciset srl, in merito alle notizie apparse sulla stampa nazionale relative alla cessione del controllo di Vitrociset all’imprenditore Antonio Di Murro. La nota è firmata da Giacomo Cavallo, amministratore unico della Ciset, controllata di Croci International e detentrice del 98,5% di Vitrociset (l’altro 1,5% appartiene a Leonardo).

LA NUOVA NOTA

Non essendoci alcuna trattativa, aggiunge Cavallo, non esiste “un diritto di quest’ultimo (ndr, Di Murro) di avviare, ai sensi e per gli effetti della cosiddetta normativa italiana sulla golden power qualsiasi procedura e contatto con la presidenza del Consiglio dei ministri avente a oggetto l’acquisizione, diretta ovvero indiretta, di alcuna partecipazione nel capitale sociale di Vitrociset Spa”. “La presidenza del Consiglio dei ministri – conclude la nota – è stata formalmente informata di quanto sopra e le suddette società si riservano di intraprendere, nelle opportune sedi, qualsiasi azione legale a tutela dei propri interessi e diritti al fine di ottenere il risarcimento dei danno subiti e subendi”.

GLI INTERVENTI DELLA SCORSA SETTIMANA

La scorsa settimana, sulla stampa nazionale, era apparsa la notizia che voleva conclusa la trattativa per la cessione di Vitrociset a Di Murro, attraverso l’acquisto da parte di quest’ultimo della totalità di Ciset srl dalla società di diritto olandese Croce International. Cavallo era però intervenuto chiarendo, in una nota stampa, che “la proprietà di Vitrociset non è mutata”. In quell’occasione aveva anche aggiunto che le notizie della cessione erano state “probabilmente fatte circolare artatamente da chi voleva farsi pubblicità arrivando sino apparentemente a introdurre la procedura relativa alla golden power presso la presidenza del Consiglio dei ministri” e che qualcuno cercava “risonanza al solo fine di dissuadere eventuali altri potenziali soggetti interessati all’acquisto”.

LA SMENTITA DI CAMILLA CROCIANI

Ancora prima, era stata Camilla Crociani di Borbone, attraverso una nota di Francesco Gianni, avvocato di Gianni Origoni Partners e membro del cda dell’azienda, a smentire il perfezionamento della vendita. “Relativamente alla potenziale cessione di Vitrociset ci sono state varie proposte alla nostra attenzione che si è deciso non fosse opportuno perfezionare”, si leggeva nella comunicazione. “Ad oggi non è stata perfezionata nessuna operazione di cessione”, aveva spiegato Crociani.

LE PAROLE DI DI MURRO

Lo stesso Di Murro aveva però spiegato contestualmente “di non aver mai dichiarato di aver perfezionato il contratto per l’acquisto della Vitrociset, per il semplice motivo che la legge italiana prevede che il trasferimento delle quote di una società strategica sia sottoposto alla preventiva valutazione della golden power”. Per questo – si spiegava in una nota dell’Ansa – “dopo aver raggiunto un accordo di acquisto di Ciset-Vitrociset con l’unico formale interlocutore titolato, la Croce International BV, con atto firmato dall’amministratore unico della società olandese Johan Coenraad Jaakke, ha inoltrato la documentazione al governo per la relativa autorizzazione. Intervenuta la quale si potrà definitivamente perfezionare il contratto di closing con il passaggio delle quote”. La nota odierna sembra smentire nuovamente quest’ultima ipotesi, in quanto Cavallo ha tenuto a specificare che Di Murro non ha il diritto di contattare il governo per avviare la procedura di golden power. Tale contatto sarebbe dunque avvenuto, aveva già detto Cavallo, “producendo un accordo firmato mesi fa poi non perfezionato, semplicemente perché il potenziale acquirente ha dimenticato un piccolo particolare, cioè quello di pagare il prezzo”. Con la comunicazione di oggi, Cavallo aggiunge però l’ipotesi di ricorso a “qualsiasi azione legale a tutela dei propri interessi e diritti” che, come previsto dagli esperti, lascia presagire l’ipotesi di una causa fra le parti.

LA POSSIBILITA’ DI RICORSO AL GOLDEN POWER

L’ipotesi di ricorso allo strumento di verifica nelle mani del governo era stato annunciato, in occasione delle indiscrezioni sull’ipotesi di cessione, dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, che a Bruxelles, in occasione del Consiglio dell’Ue, aveva risposto ai giornalisti: “Lo abbiamo già utilizzato con la Piaggio (a metà ottobre sul ramo Evo dell’azienda, proprio su proposta della Pinotti, ndr) naturalmente anche per quanto riguarda Vitrociset può essere utilizzata, perché è una azienda che opera in campi che sono strategici e ha contratti importanti non solo con la Difesa ma anche con il ministero degli Interni”. Ci sono “dati sensibili – aveva aggiunto il ministro – ed è importante che ci sia questo potere dello Stato per verificare questioni che sono strategiche, e anche le tipologie della proprietà”.


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