Ci voleva Maria Cristina Antonucci, ricercatrice in Scienze Sociali del Cnr, per spiegare, una volta per tutte, perché lobby e democrazia sono parenti strette. Maria Cristina lo ha illustrato nella sua video-intervista per la serie “Lobby Non Olet” di Telos A&S. Una serie che intende raccontare come funziona la professione del lobbista, semplicemente ascoltando la voce di chi la svolge o di chi la studia.
Ma veniamo al punto. Perché democrazia e lobby non sono in contraddizione? Anzi, perché la prima presuppone la seconda? A questo proposito c’è un vecchio detto che mi ritorna in mente: ‘Un solo lobbista potrebbe essere un problema, ma mille lobbisti sono una benedizione per la democrazia’. I Governi, il Parlamento e i singoli eletti sono tenuti ad ascoltare e valutare i diversi interessi della società. Inoltre, è un diritto del cittadino avere la certezza che chi detiene ed esercita il potere politico ascolti le istanze normative della pluralità di soggetti che compongono la società: le imprese, le associazioni, i lavoratori, le istituzioni stesse e così via. E qui entra in campo il tema della trasparenza. Il cittadino potrà, se lo desidera, essere in grado di ripercorrere al contrario il processo decisionale, fino ad arrivare a quei soggetti le cui istanze sono state ascoltate. In altre parole, ognuno di noi dovrebbe essere in grado di capire quali sono stati i contributi e le posizioni della società, come sono stati rappresentati e argomentati alle istituzioni che poi hanno potuto legiferare in maniera più consapevole e informata.
Questa ricostruzione al contrario è possibile solo se la lobby, ossia la rappresentanza degli interessi, viene fatta in modo professionale e non da personaggi improvvisati e privi della preparazione tecnica indispensabile per fare questo mestiere. Sono esattamente le persone che abbiamo intervistato e intervisteremo per “Lobby Non Olet”.
Guarda la video intervista a Maria Cristina Antonucci.